REGGIO CALABRIA «La Regione Calabria sta per presentare la sua prima legge regionale antindrangheta». Lo ha annunciato il consigliere regionale Arturo Bova, presidente della Commissione consiliare sul fenomeno della ‘ndrangheta in Calabria partecipando, a Reggio, al seminario su “Cultura e pratiche contro la corruzione”, organizzato da Camera di commercio di Reggio Calabria, Unioncamere Calabria e Trasparency international Italia, associazione contro la corruzione. «Ormai – ha detto Bova – il testo è quasi ultimato. Lo invierò a tutti i protagonisti dello sviluppo, non solo economico, ma soprattutto etico, perché si arrivi a un testo di legge il più possibile partecipato. Tante altre iniziative sono state già assunte, come la rotazione dei dirigenti, ma l’appuntamento più importante è quello di oggi con l’avvio del Por e del Psr, con i quali si vedrà di quale pasta siamo fatti veramente».
Al seminario, aperto da Natina Crea, segretario generale dell’ente camerale, hanno partecipato Davide Del Monte e Mario Chiodi dell’associazione “Trasparency international Italia”. Nel corso dell’incontro è stato presentato il Toolkit anticorruzione per piccole e medie imprese. «È una cassetta degli attrezzi che diamo agli imprenditori per conoscere, prevenire e fronteggiare eventuali casi di corruzione – ha spiegato Mario Chiodi – il codice etico che devono attuare le imprese, i modelli di organizzazione, gestione e controllo, sempre in un’ottica di prevenzione del rischio reato. Vengono descritti alcuni scenari ipotetici per aiutare l’impresa a reagire all’evento corruttivo».
«È un progetto rivolto a piccoli e medi imprenditori – ha detto Davide Del Monte – che sono quelli più vessati dalla corruzione. Accanto al manuale per fronteggiare il fenomeno, presentiamo anche quelli che sono i danni e le cause della corruzione. Qual è il fardello che questo crimine determina. Non conviene a noi – ha concluso Del Monte – non conviene soprattutto alle generazioni future. La corruzione si rende invisibile quando le cose vanno bene, quando ci sono soldi per tutti. Quando di soldi ce ne sono pochi, la corruzione la paghiamo in termini economici e di servizi che non ci sono più».
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