C’è un diverso troncone dell’inchiesta “Mammasantissima” che si appresta ad attualizzare i rapporti tra politica, massoneria e vertici della ‘ndrangheta calabrese. Avrà effetti anche più devastanti rispetto a quelli già prodotti dall’indagine per la quale è stato chiesto l’arresto del senatore Antonio Caridi e fornirà un’eloquente testimonianza di come l’organizzazione sia ancora oggi in grado di interferire nella vita pubblica calabrese, condizionando elezioni amministrative e politiche, selezione e promozione della burocrazia ai più alti livelli, gestione delle risorse economiche connesse con la creazione a Reggio dell’Area Metropolitana dello Stretto e, nel resto della Calabria, attraverso i fondi comunitari messi a disposizione con i bandi del Pon e del Por.
Dal 2010 ad oggi le dinamiche operative dell’organizzazione non sono cambiate e tantomeno risultano essere state dismesse. I boss e la loro interfaccia politico-massonica hanno solo allargato il raggio operativo, includendo al tavolo rappresentanze di Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza e cambiato i propri referenti ai quali hanno garantito appoggio elettorale nelle amministrative e nelle regionali del 2014.
Davanti all’esito fallimentare del rapporto con il centrodestra, l’organizzazione ha rivolto in direzione opposta sguardo ed attenzioni. Con quali risultati? Cercano di spiegarlo, appunto, le indagini delle procure distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria e, sul campo, gli uomini del Ros dei carabinieri e dello Sco della Polizia di Stato. Le prime risposte non tarderanno ad arrivare, intanto però è possibile comprendere il meccanismo operativo che passa attraverso il controllo e la “obbedienza” della burocrazia che la masso-‘ndrangheta seleziona, alleva e poi affida alla politica per farla promuovere in carriera.
Una plastica dimostrazione di come funziona questo assoggettamento agli interessi criminali, con tanto di sberleffo al proprio interlocutore politico, da parte della burocrazia lo fornisce proprio la vicenda ricostruita dal gip di Reggio Calabria, Domenico Santoro, nella sua ordinanza “Mammasantissima”, relativamente a figura ed opere del dominus dei lavori pubblici in riva allo Stretto, Marcello Cammera.
Cammera dovrà affrontare, nel tempo, due diversi assessori ai lavori pubblici, il primo viene scelto da Giuseppe Scopelliti e risponde al nome di Franco Germanò; il secondo lo sceglierà, in tempi recentissimi, Giuseppe Falcomatà e risponde al nome di Angela Marcianò. Entrambi vogliono “vedere le carte”, scrivono lettere di fuoco al dirigente Cammera e questi risponde picche. Le lamentele dell’allora assessore Germanò arrivano fino al soglio di Paolo Romeo.
Il 17 ottobre 2002, infatti, Romeo riceveva Germanò, «il quale -scrive il gip – gli dava conto degli animati confronti che, in quel periodo, stava avendo con Cammera Marcello. Germanò, in particolare, a richiesta di Cammera che gli aveva detto «prima ti voglio parlare» gli aveva risposto che «parliamo quanto vuoi ma voglio le carte sul mio tavolo», vedendosi contrastato sulla richiesta in quanto «questi sono atti gestionali».
A fronte di tale risposta, gli aveva ribadito che «io lunedì, entro domani perché ti ho scritto una lettera, voglio le carte sul mio tavolo, siccome mi dicono che ce le hai tu», rappresentando al Romeo che «nel mezzo c’è stata un’altra lettera che io ho dovuto scrivere a Marcello… incomprensibile… (pausa ndr)… cioè vi scrive l’assessore vedete un po’ quello che mi sapete dire… sono delle lettere che… incomprensibile… a Marcello, ma lui non mi può mettere in queste situazioni Marcello».
Romeo non si meraviglia minimamente del fatto che un assessore comunale si rivolga a lui, e non al sindaco, per avere conto del comportamento di un alto burocrate comunale. Anzi, tranquillizza Germanò: «Cammera deve prodigarsi per dare risposte compiute e tecniche anche alle… alle questioni che gli poni tu nella lettera… perché tu qua gli dici, insomma gli dici chiaro… siccome qua ne abbiamo detto di tutti i colori, siamo sempre punto e a capo, c’è qualche cosa che non funziona nell’ingranaggio, allora c’è il dirigente e mi deve dire che cosa è che non funziona. Vanno fatte le gare, i capitolati di appalto in modo più rigoroso» perché «ci sono alcune imprese secondo me che hanno… vincono le gare e facevano subappalti».
Illuminante la conversazione tra Paolo Romeo e Franco Germanò:
Romeo Paolo: io… io quello che faccio, alla luce di questi atti, mi chiamo a Marcello e… e per dirgli che… di chiarirci che ha voluto dire, perché se ha voluto dire che sono gestionali eccetera eccetera può sostenere questo ma allo stesso tempo ti porta… ti devo fare il discorso, se invece lui ritiene di dovere fare una separazione di… incomprensibile… (per accavallamento voci ndr)…
Germanò Francesco: Paolo vedi alla fine quando gli ho detto: “va bo’ Marcello e… considerato i nostri rapporti non mi aspettavo questa tua risposta a questo punto dico, così come ho scritto nella lettera, che entro domani li voglio sopra al tavolo “, mi ha detto: ” ma se tu… dopodichè io… io te li porto non è questo il problema… si, si, si, si… “, “ora me li porti…”, Paolo… incomprensibile…
Romeo Paolo: no, te li porta
Germanò Francesco: intanto non sono risposte da dare né sono atteggiamenti da assumere, voglio dire su questa cosa noi abbiamo sempre lavorato assieme, abbiamo considerato assieme che non funziona la manutenzione… lui lo stesso, lui… voglio dire, lui è il dirigente e allora se lui non assume decisioni, perché non ha assunto nessuna decisione in questi mesi per fare cambiare le cose… ad un certo punto io mi debbo muovere perché poi la faccia in giro noi la perdiamo…
Romeo Paolo: certo
Germanò Francesco: … non la perde né il dirigente e né il direttore dei lavori… la faccia la perde l’assessore… su questo non c’è dubbio… ora se lui non… da questo punto di vista non mi collabora… poi pure comincio a sentire che gli dice a quello: “preparami la perizia di centomila euro per i fondi”, ma con chi l’ha decise ste’ cose?… cioè… arrivano pure cose strane no… con chi hai deciso, sulle manutenzioni gli ho detto: “… stiamo fermi perché stiamo valutando come muoverci come amministrazione, cioè se fare una perizia unica e su… certe tipologie di manutenzione, stiamo facendo delle valutazioni… come gli vuoi dire a questi preparami tre perizie che poi… incomprensibile… per che cosa?… chi l’ha deciso?… non lo so che gli sta pigliando…
Romeo Paolo: no, credo che lui insomma… se pensa di potere fare l’assessore… (ride- ndr) eh, ne paga le conseguenze ma non credo che sia…
Germanò Francesco: non lo so che gli sta prendendo però voglio dire onestamente non mi sta piacendo… incomprensibile… mi dispiace io… oltretutto i rapporti personali… tra me e lui, ci conosciamo da anni e poi ci sei tu voglio dire…
Romeo Paolo: eh, ma Franco ci sono nella misura in cui…
Germanò Francesco: no, no, poi voglio dire…
Romeo Paolo: … se lui se la porta buona perché poi non…
Germanò Francesco: lui deve capire che siamo in una fase delicatissima… in cui io gli avevo… gli avevo detto a Marcello: “organizziamo le cose in maniera tale che io, come dire, dalle manutenzioni un poco mi allontani perché mi voglio dedicare alla programmazione, la progettazione cioè capire che cazzo dobbiamo fare, se io perdo tempo dietro le manutenzioni perché quello ti chiama per la buca, quello della fogna, quello della cosa… “… vedete voi assessore se no non me li fanno”, … incomprensibile… la gente poi vuole risposta, ora se lui non mi collabora per liberarmi da queste cose… oltretutto ponendomi in questa situazione, ponendomi in questa situazione…
R
omeo Paolo: lo chiamo io Francuccio, stasera lo chiamo
Germanò Francesco: ponendomi in questa situazione… ma ci sono stati anche altri episodi di cose che ci siamo detti io e lui su alcune persone… dopo un’ora ste’ persone lo sapevano già, voglio dire allora alcune cose che ci diciamo… di considerazioni su delle… dei… incomprensibile… tu non puoi andare dopo un’ora a dirgli: “vedete che l’assessore non… siete a rischio perché pensa questo, questo e quest’altro”
Romeo Paolo: è figliolo (si comporta da ragazzino ndr)… incomprensibile…
Germanò Francesco: voglio dire… e… e… perché rende la situazione molto difficile, molto difficile… io parlo con te perché sei tu, sei il dirigente e poi c’è un rapporto e ma non è che dopo un’ora…
Romeo Paolo: il rapporto presuppone un patto…
Paolo Romeo sarà di parola, convoca subito Cammera e questo è il loro colloquio registrato dai carabinieri del Ros:
Cammera Marcello: allora la lettera di Germanò alla fine…
Romeo Paolo: eh
Cammera Marcello: … mi ha fatto incazzare …
Romeo Paolo: eh
Cammera Marcello: … siccome Pietro mi ha… nel periodo di vacanza da qui a gennaio devo fare una trattativa privata per coprire la manutenzione con delle imprese perché sono finiti i soldi…
Romeo Paolo: mh
Cammera Marcello: … ne sta facendo una questione personale…
Romeo Paolo: mh
Cammera Marcello: vuole entrare nel merito del… dell’elenco delle imprese, non nell’elenco, vuole che io non invito a Edil Primavera a Matteo Alampi, gli ho detto io: “ma scusa qual è il criterio?… se io adotto un criterio che devo invitare tutti quelli che stanno facendo attualmente la manutenzione, devi invitare pure a lui”, “no ma questo ci ha dato problemi”, “quali sono questi problemi?”, “niente te li ho pure messi per iscritto”, gli ho detto io: “il fatto che non è andato quando tu gli hai detto di andare?.”, “si perché a me” dice: “no, non vado”, “lui ti ha detto che tu non sei il direttore dei lavori e quindi tu non hai diritto di andare… “
Romeo Paolo: mh
Cammera Marcello: cioè lui se l’è presa
Romeo Paolo: si lui… incomprensibile… coglioneggia… tu non devi essere di queste cose
Cammera Marcello: e va be’ ma…
Romeo Paolo: ma tu quando ti dice in questa maniera gli devi dire: “va be’ vediamo di risolvere il problema però tieni conto che dobbiamo sempre seguire i criteri non è che possiamo fare…”
Cammera Marcello: ma gliel’ho spiegato
Romeo Paolo: e ma lascia cadere la cosa, poi quando lui non ti dice i criteri, tu vedi i criteri e lo inviti e te ne fotti di lui”
Cammera Marcello: mah… mi sa che è rincoglionito Paolo perché visto che ho tutte imprese che non sono all’altezza della situazione, cioè uno dei criteri potrebbe essere non invito tutti quelli che stanno facendo l’attuale manutenzione…”
Amodeo Oreste: si, ma Paolo sopra questa cosa lui non è che può mettere… e… parola, perché poi guardate se cede su questa cosa…incomprensibile… (per accavallamento voci ndr)…
Romeo Paolo: no ma io non ti dico … io ti dico di cedere su questa cosa, gli dico di coglioneggiarlo tu gli devi dire io… “guarda qua io ho cercato di sforzarmi di trovare un criterio e i criteri che ho trovato sono questi ma se facciamo così ci tagliamo i coglioni con le stesse mani, per questa volta facciamo così e poi vediamo di trovare altri criteri… punto e basta… quando uno se lo ragiona, se uno gli dice… tu non lo devi mettere nelle condizioni che lui pensa che tu…
Dieci anni più tardi lo scontro si riproporrà. Cambia scenario politico, coalizione e sindaco ma Cammera è sempre saldo al suo posto, unico gestore dei lavori pubblici in Reggio Calabria. L’assessore Marcianò non si rivolge certo a Paolo Romeo ma al sindaco. Cammera commenta questa levata di scudi con Paolo Romeo, ma è tranquillo perché qualcuno gli ha spiegato che se l’assessore Marciano insiste si farà male. Se si va allo scontro, lo rassicurano, la Marcianò va a casa e Cammera resta al suo posto. Millanterie? A stare alle indagini di queste settimane non pare proprio: il Ros avrebbe messo le mani sui contenuti di una cosiddetta “chat di giunta” una sorta di chat a circuito chiuso a mezzo della quale il sindaco Falcomatà e i suoi assessori dialogano riservatamente. In alcuni passaggi si parla molto diffusamente del ruolo di Cammera e dello scontro con l’assessore Marcianò. Le indagini sul punto potrebbero riservare sorprese.
Va aggiunto, per completezza, che c’è un altro punto di contatto tra la vicenda dell’assessore ai lavori pubblici dell’era Scopelliti, Franco Germanò, e l’assessore odierno Angela Marcianò. Al culmine dello scontro entrambi finiscono vittime di un attentato intimidatorio: una bomba nella macchina nel caso di Germanò, l’incendio dell’autovettura in quello della Marcianò. Sicuramente una coincidenza. In seguito all’attentato, tuttavia, Germanò si dimetterà da assessore. La Marcianò non lo ha fatto, forse la differenza tra i due epiloghi sta nel fatto che in soccorso dell’assessore Marcianò è arrivata la retata disposta dalla Dda di Reggio Calabria con la “Operazione Reghion”.
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