COSENZA «Avrei preferito morire con un colpo di lupara piuttosto che essere vittima di una tortura psicologica durata dal 2006 al 2016. Un vero martirio, considerato che la mia estraneità ai fatti poteva – e doveva – emergere sin dall’inizio». Così Padre Fedele Bisceglia sintetizza il suo calvario giudiziario in un’intervista rilasciata a “Il Giornale”. Il frate cosentino è stato arrestato, accusato e condannato in primo e secondo grado per violenza sessuale ai danni di una suora. Ma, un mese fa, la Cassazione lo ha assolto in via definitiva. Da alcune settimane il noto sacerdote ultrà è stato nominato anche assessore alla Povertà al Comune di Cosenza. Si è sempre professato innocente e vittima di un complotto. E continua a ribadirlo: «Quella povera suora era sicuramente manovrata da qualcuno. Dalla Chiesa, dai giudici e da chissà chi altro». Anche se ammette di «non avere prove» per dimostrare il complotto. Ha comunque «perdonato» la suora: «Ma spero che lei chieda perdono alla Madonna per quanto ha fatto. Per le sofferenze che mi ha inflitto senza motivo».
Ha sofferto molto in questi dieci anni e in particolare per il “tradimento” della Chiesa anche perché venne sospeso a divinis dal suo Ordine di appartenenza: «La pugnalata più sanguinosa l’ha inferta il tribunale della Chiesa, proibendomi di dire messa e di impartire i sacramenti. Ho scritto anche al Papa per supplicarlo di restituirmi la gioia di celebrare l’eucarestia». Ma non ha mai «appeso il saio al chiodo»: «Il saio è la mia pelle. Non potranno togliermelo neppure quando sarò morto». Tornare a dire messa è il suo più grande desiderio ed è la sua missione, molto più di quella di assessore: «Sono sessanta anni che mi occupo di poveri. La mia vita non cambierà dopo questa nomina». Che non si aspettava: «Il sindaco è di centrodestra. Io, alle ultime elezioni, ho votato per la sinistra. La scelta del primo cittadino ha sorpreso anche me». Queste sono le sue priorità: «Non voglio più vedere gente che rovista tra i rifiuti per cercare qualcosa da mangiare. E tutti devono avere un letto al coperto, nessuno deve dormire sotto i ponti. Io l’ho fatto per mesi e so cosa si prova».
Da assessore non guadagnerà «neanche un euro»: «Se mi daranno qualcosa la devolverò ai poveri. Anche loro hanno diritto a un reddito minimo di cittadinanza». Ma non copia i Cinquestelle: «Io di “stelle” conosco solo quelle che compongono la corona della Madonna».
Padre Fedele continua anche ad avere un’altra fede, quella calcistica: «Fa parte della mia vita. Inoltre, tanti giovani conosciuti nelle curve degli stadi si sono trasformati in meravigliosi assistenti che mi accompagnano e mi sostengono nelle mie missioni in varie parti del mondo». Adesso sta lavorando a un progetto importante: «Alla costruzione di un piccolo ospedale pediatrico in Madagascar. Chiunque voglia darmi una mano può fare un versamento, anche di pochi euro, sul conto corrente postale 87615076 intestato a “Il Paradiso dei poveri”».
mi.mo.
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