COSENZA «Assoluzione». È la richiesta avanzata alla Corte di Assise di Cosenza dalle difese degli imputati del processo “Tela del ragno”. Si tratta dell’operazione contro i presunti capi e gregari del clan Perla-Cicero di Cosenza, Gentile-Africano-Besaldo di Amantea, Scofano-Martello-Rosa-Serpa di Paola, e Carbone di San Lucido Bruzzese. Si sono concluse le arringhe delle difese. Il pm Eugenio Facciolla, prima della pausa estiva, ha chiesto la condanna per quasi tutti gli imputati perché – ha detto Facciolla – si tratta di «feroci criminali». La richiesta era stata di 14 ergastoli, l’assoluzione per due e un’assoluzione per intervenuta morte del reo. Assoluzione è stata la richiesta avanzata dall’avvocato Francesco Gambardella per Nella Serpa per non aver commesso il fatto. L’avvocato ha sottolineato “l’inattendibilita’ dei pentiti che chiamano in causa Nella Serpa”. Stessa richiesta quella del codifensore di Nella Serpa l’avvocato Giuseppe Bruno. Assoluzione con formula più ampia è stata chiesta per Livio Serpa dai difensori Manuela Gasparri e Sabrina Mannarino. Assoluzione e’ la richiesta avanzata dai legali Nicola Guerrera per Giancarlo Gravina; Marcello Manna per Francesco Tundis; Sabrina Mannarino per Mario Mazza; Riccardo Adamo per Valerio Salvatore Crivello; Sergio Rotundo per Tommaso Gentile e Giacomino Guido. Quest’ultimo è difeso anche dall’avvocato Giuseppe Bruno che ha chiesto l’assoluzione come già richiesto dal pm. Il presidente della Corte, Giovanni Garofalo (a latere il giudice Francesca De Vuono) ha aggiornato l’udienza a venerdì, 23 settembre, quando dopo le repliche del pm Facciolla la Corte si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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