SIDERNO Quando nel 1989 gli fu affidato il compito di occuparsi del trasloco dell’ufficio sanitario della vecchia Usl, mai immaginava che nel 2016 potesse ancora reclamare di ricevere (22 milioni di lire) quanto gli era dovuto. La singolare storia ha come protagonista il sidernese Giovanni Figliomeni e oggi è stata raccontata dal Corriere della Sera. Figliomeni oggi vive a Bologna ed ha pure cambiato lavoro, aprendo una gelateria nel capoluogo emiliano. «Se per il giudizio di primo grado – scrive Sergio Rizzo nel suo articolo – sono passati quattro anni, per l’appello ne passano addirittura dieci. La sentenza arriva nel 2004, e stavolta il giudice gli riconosce il diritto a essere pagato. Già, ma da chi? La Usl nel frattempo è diventata Asl e la situazione della sanità nel Reggino negli anni è tale che i commissari succedono ai commissari. E la pratica Figliomeni resta sempre sulla scrivania, in fondo a tutte le altre. Con i soldi della Asl al sicuro in cassaforte: tutte le procedure esecutive si infrangono contro il muro dell’impignorabilità dei fondi della sanità».
Il Tar reggino ci mette quasi un anno per decidere, ma poi fa anche di più. Il 22 giugno 2016 nomina un commissario ad acta perché provveda in tempi rapidi al pagamento. E chi è? Il prefetto di Reggio Calabria, che però in quel momento è in fase di avvicendamento. Quello nuovo arriva il primo settembre, si chiama Michele Di Bari e si trova subito sul tavolo questa storia sconcertante. Avendo un’unica certezza: che per non pagare l’equivalente di 9.500 euro più Iva lo Stato avrà speso alla fine almeno venti volte tanto per interessi, cause e processi.
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