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Uccise l'ex cognata, lunedì la versione di Di Profio

PAOLA Si è svolta nella giornata di giovedì l’udienza preliminare per Paolo Di Profio, l’infermiere 46enne accusato di aver ammazzato lo scorso gennaio l’ex cognata, Annalisa Giordanelli. Di Profio…

Pubblicato il: 10/11/2016 – 19:32
Uccise l'ex cognata, lunedì la versione di Di Profio

PAOLA Si è svolta nella giornata di giovedì l’udienza preliminare per Paolo Di Profio, l’infermiere 46enne accusato di aver ammazzato lo scorso gennaio l’ex cognata, Annalisa Giordanelli. Di Profio era stato rinviato a giudizio dal gip di Paola. La dottoressa di Cetraro venne aggredita con una spranga di ferro mentre faceva jogging a pochi metri da casa nel centro storico della cittadina che si affaccia sul Tirreno cosentino. La difesa di Di Profio (rappresentata dagli avvocati Sabrina Mannarino e Giuseppe Foti) hanno presentato richiesta di abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica. Nell’udienza di giovedì i familiari si sono costituiti parte civile nel processo, mentre il giudice ha respinto la costituzione di parte civile del Comune di Cetraro. Lunedì prossimo si terrà l’interrogatorio di Di Profio. A rappresentare le parti civili per la moglie di Di Profio c’è l’avvocato Mimmo Bruno; Franz Caruso per il marito della vittima; Alfonso Munciguerra per la mamma della dottoressa e Vito Caldiero per un’altra sorella della vittima.
Per la Procura – le indagini sono state coordinate dal procuratore capo di Paola Bruno Giordano e dai sostituti Sonia Nuzzo e Maria Camodeca – il quadro indiziario è stato sin dall’inizio talmente chiaro da far ritenere il «caso blindato».

L’OMICIDIO E LA CONFESSIONE Secondo l’accusa, Di Profio avrebbe raggiunto la donna in via San Francesco – sullo stradone in cui stava facendo jogging – e l’avrebbe aggredita con una spranga di ferro, comunemente chiamata “piede di porco”. L’arma del delitto è stata trovata dai carabinieri in una scarpata lì vicino sporca di sangue ed è stata l’ex moglie di Di Profio, nonché sorella della vittima, ad ammettere che quell’oggetto era nella loro disponibilità conservato nel garage di casa. Nell’immediatezza dei fatti, l’uomo ha prima negato di avere avuto contatti con la donna. A ventiquattro ore dall’omicidio, l’infermiere sentito davanti ai magistrati ha confessato di averla aggredita e uccisa. Ma, poi, in presenza del suo avvocato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza, in uso ad abitazioni, hanno ripreso la sua autovettura, una Fiat verde, nel luogo in cui è stata uccisa Annalisa Giordanelli e poi allontanarsi. Un testimone ha indicato in Di Profio l’uomo che era alla guida di quella macchina. I carabinieri, coordinati dal comandante del Reparto operativo di Cosenza Milko Verdicchio e dal capitano di Paola Antonio Villano, in casa dell’uomo hanno trovato macchie di sangue e i vestiti lavati e stesi. Secondo una prima ricostruzione, il 46enne non avrebbe accettato la separazione dalla moglie e avrebbe ritenuto Annalisa Giordanelli responsabile della situazione, anche perché negli ultimi tempi ospitava la sorella a casa sua. La dottoressa Giordanelli, medico di base di Cetraro, era molto stimata e apprezzata in paese per le sue doti umane e professionali.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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