Da qualche settimana Carlo Tansi, direttore generale della protezione civile, anima il dibattito sulla Rete lanciando accuse tanto gravi quanto anonime. Parla di un concorso svoltosi alla Regione Calabria, ente del quale è un dirigente apicale, che avrebbe umiliato i migliori e premiato i raccomandati. Anzi, peggio: «Gli amici degli amici degli amici degli amici».
Dà ad intendere di saper bene a chi e a cosa si riferisce ma non fa nomi né indica le caratteristiche del concorso al quale fa riferimento.
Dice che è come quello della Polizia di Stato che doveva reclutare trecento agenti e che è stato prima bloccato e successivamente, dopo un’indagine interna voluta da nuovo capo della Polizia, Franco Gabrielli, definitivamente revocato. Scrive Tansi: «Mal comune mezzo gaudio». Non è proprio così, visto che il concorso della Polizia non ha prodotto guasti essendo stato annullato, mentre quello della Regione Calabria, al quale si riferisce Tansi, sarebbe invece andato regolarmente in porto.
E ancora Tansi sulla rete scrive: «Il problema dei concorsi-farsa non sono solo i politici raccomandatori ma anche i membri-burattini delle commissioni. Scopriremo solo vivendo le verità… magari facendo un bel viaggio a Piritano, nel cuore della Garfagnana». Insomma ammiccamenti, allusioni, indizi da caccia al tesoro ma nessun nome e nessun riferimento specifico. Neanche quando alza il tiro con accuse ancora più gravi: «Si bandiscono concorsi apparentemente pubblici… in realtà sono banditi». Fino a chiosare: «In Calabria la meritocrazia è merce rara: per vincere un concorso ci vogliono gli amici degli amici degli amici degli amici degli amici». E conclude, Tansi, citando la vicenda di Virginia Raggi: «A ognuno il suo Marra!!! Ahahah».
Per quel che vale condividiamo l’idea tracciata sulla Rete da Carlo Tansi, tuttavia non possiamo esimerci dal ricordare che Tansi non è un cittadino qualsiasi o un cronista più o meno impegnato. È un dirigente della Regione Calabria. È un pubblico ufficiale, quando tratta cose del suo ufficio. Riteniamo quindi che avrà provveduto a collaborare con chi vuole ripulire la Regione Calabria dal ruolo nefasto degli “amici, degli amici, degli amici, degli amici». Sicuramente lo ha fatto informando, oltre che la Rete, anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, l’ufficio anticorruzione della Regione Calabria, uno dei tanti procuratori della Repubblica con cui ha avuto modo di collaborare. Altrimenti che denuncia sarebbe se affidata, appunto, solo al chiacchiericcio della Rete?
Ritiene forse che Mario Oliverio se messo a conoscenza di un concorso truccato dagli «amici degli amici degli amici» non agirebbe di conseguenza? Non farebbe come il prefetto Gabrielli che ha annullato tutto? Oppure c’è da pensare che il problema sia solo la consorte di qualche inviato speciale amico degli amici degli amici degli amici… sbagliati e quindi non vincitrice del concorso?
Noi non sappiamo, appunto, a quale concorso regionale si riferisca il direttore generale Carlo Tansi. Sappiamo però che ve ne sono stati diversi in questi mesi e che alcuni di questi concorsi lasciano effettivamente spazio a concreti sospetti. Uno di questi concorsi i cronisti del Corriere della Calabria lo hanno seguito con particolare attenzione e hanno raccolto documenti che quanto prima verranno pubblicati (attendiamo solo l’ultimo passaggio del materiale dato in esame agli avvocati che ci seguono nelle nostre disavventure giudiziarie). Ecco noi faremo così: diremo quale concorso è, diremo i nomi di chi ha vinto e di chi ha perso, daremo la documentazione utilizzata e forniremo i curricula dei partecipanti.
Forse parliamo dello stesso concorso a cui allude il direttore generale Carlo Tansi, forse no. Lo sapremo presto ma intanto perché non auspicare che la stessa chiarezza e la stessa linearità venga usata anche da Tansi?
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