REGGIO CALABRIA Gonfia il petto, Giuseppe Falcomatà, e in conferenza stampa sfodera il suo orgoglio per «aver salvato» l’aeroporto di Reggio Calabria. Il sindaco arriva davanti a telecamere e taccuini all’indomani del risultato ottenuto a Roma, dove grazie al pressing del governo e della Regione Calabria, Alitalia ha preso l’impegno di ripristinare i voli da e per il “Tito Minniti” a partire dal 30 marzo.
Parte da lontano, il primo cittadino. E ricorda la tribolata storia della Sogas: «Il fallimento è arrivato per precise responsabilità. Aeroporto e Sogas a tutto erano funzionali fuorché all’aumento del traffico aereo in città. È fondamentale fare luce su questa gestione e chi di dovere approfondisca. Ai lavoratori vorrei dire: vi hanno preso in giro». Falcomatà ricorda come a un certo punto ci sia trovati di front «alla chiusura della gestione trentennale, al fallimento di Sogas e all’esercizio provvisorio». Il risultato del tavolo romano, per Falcomatà, «è stato “come resuscitare un morto”. Alitalia era già andata via. Abbiamo ribaltato una partita al novantesimo minuto. Riattivare tutto dal venerdì al lunedì non era possibile. Era importante che rimanesse Alitalia e la cosa non può essere vista come una cosa non importante. In maniera graduale torneremo ai voli che c’erano prima. Insieme al sindaco di Messina sigleremo un protocollo per la continuità territoriale e già da martedì sarà fissato un tavolo in prefettura per i 44 lavoratori Alitalia. Inizieranno i lavori per la pista e questi lavori consentiranno atterraggi anche a compagnie low cost».
Più prudente, invece, si è mostrato il presidente del consiglio regiomale Nicola Irto: «Abbiamo lavorato duro per evitare l’isolamento di Reggio. È ovvio che serve un piano per il rilancio dell’aeroporto».
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