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Catanzaro, il polo centrista si è dissolto?

CATANZARO I dolori dell’Udc, a Catanzaro, sono qualcosa di più di un mal di pancia. La competizione elettorale dell’11 giugno prossimo si annuncia tanto complicata quanto, al momento, di difficile …

Pubblicato il: 31/03/2017 – 8:55

CATANZARO I dolori dell’Udc, a Catanzaro, sono qualcosa di più di un mal di pancia. La competizione elettorale dell’11 giugno prossimo si annuncia tanto complicata quanto, al momento, di difficile lettura. Finora, infatti, in campo ci sono cinque candidati: Sergio Abramo, Enzo Ciconte, Antonio De Marco, Nicola Fiorita e Bianca Granato. Ma l’evoluzione delle vicende interne alle coalizioni, potrebbe portare presto a ridefinire i contorni delle alleanze e degli appoggi. E parte tutto dall’Udc: se fino a ieri i centristi erano convinti nel sostenere la candidatura dell’ex dg regionale De Marco, da qualche ora si è fatta strada l’idea che questa candidatura non sarebbe vincente, anzi rischierebbe di essere non più della terza forza in campo. Così la pressione di Ciconte ad allargare il sostegno sul proprio nome, avrebbe fatto qualche breccia. Breccia che si sarebbe allargata anche ad Idv e Psi, anch’essi non più tanto convinti di sostenere De Marco.
Per chiarire le cose con l’alleato principale, quell’Ncd che a Catanzaro è rappresentato dal senatore Piero Aiello e dal consigliere regionale Baldo Esposito, l’Udc attende il rientro in Calabria di Franco Talarico. Ma conterà anche la posizione di ex consiglieri di Forza Italia confluiti in Udc, spaventati dall’ipotesi di non essere rieletti qualora De Marco non fosse tra i candidati del ballottaggio. Il rovescio della medaglia è che una maxi coalizione renderà difficile la vita a tutti gli aspiranti consiglieri di maggioranza: qualora Ciconte la spuntasse al ballottaggio, infatti, i posti saranno 18 e le liste altrettante o poche di meno. Se si considera poi che il 40% del nuovo consiglio comunale potrebbe essere composto da donne, i posti per gli uscenti (ad oggi non ci sono donne in consiglio comunale a Catanzaro), si riducono al lumicino.
Una valutazione che Ncd ha fatto e che per ora induce Aiello a raffreddare la pista di un accordo “tutti contro Abramo”. Nell’ipotesi in cui la coalizione di centro si sciogliesse, quindi, l’idea di una candidatura solitaria degli alfaniani non appare poi tanto peregrina. Anche se a quel punto potrebbe non essere più De Marco l’alfiere di Ncd.
Difficilmente praticabile il rientro di Ncd nei ranghi del centrodestra, almeno con Abramo candidato. Lo aveva fatto capire tempo fa il consigliere regionale di Forza Italia Mimmo Tallini, quando parlò di apertura a chiunque volesse discutere di un progetto di centrodestra indipendentemente dal nome del candidato sindaco: Ncd non vuole sostenere Abramo dopo che nell’attuale consiliatura i rapporti si sono incrinati irrimediabilmente. Allora l’unica strada per riportare a destra Ncd sarebbe quello di abbandonare Abramo e trovare un nome condiviso. Strada irta di ostacoli ed elettoralmente difficile da far digerire alla città, dopo i comunicati stampa al vetriolo dei mesi passati. Ma in politica, tutto è possibile.

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