CATANZARO Nella comunicazione istituzionale che ruota attorno alla Regione pare esserci una regola ferrea: per essere assunti negli uffici stampa non si deve essere dipendenti dell’amministrazioni. Capita con il capo della struttura che cura la comunicazione del presidente Oliverio (lo ha sottolineato anche il ministero dell’Economia e delle finanze), capita con i suoi collaboratori (tutti, rigorosamente, esterni all’amministrazione; assunti dopo un avviso interno andato a vuoto). E succede pure quando i dipendenti designati per occuparsi di comunicare sono interni alle strutture pubbliche.
All’Aterp è andata così. Da quando le cinque aziende provinciali non ci sono più, l’ente che gestisce il patrimonio abitativo pubblico della Regione ha deciso di dotarsi di una struttura che diffonda il suo verbo: comunicati stampa, relazioni con giornali e tv e tutto l’armamentario classico. Serviva, ovviamente, qualcuno che se ne occupasse. Detto, fatto. Perché quando ci sono di mezzo gli uffici stampa la burocrazia diventa scandinava. L’Aterp del commissario regionale Ambrogio Mascherpa indice una manifestazione d’interesse il 19 dicembre 2016. Dieci giorni e la pratica è completa. L’unico dipendente con i requisiti richiesti è Pasquale Mancuso, funzionario e responsabile della segreteria dello stesso Mascherpa. Mancuso «possiede anche un percorso professionale perfettamente aderente agli elementi richiesti dalla manifestazione d’interesse». Ha già fatto da addetto stampa e portavoce «disciolte aziende di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone». Non è chiaro dagli atti pubblicati se la domanda di Mancuso sia anche l’unica pervenuta, certo è che nel decreto di conferimento dell’incarico si parla di esame «del curriculum», come se ne fosse arrivato soltanto uno.
In sostanza, l’Aterp sceglie con il decreto 111 del 2016 il proprio dipendente come addetto stampa e riconosce che gli «venga applicato il Contratto nazionale dei giornalisti». Con che qualifica: caporedattore, caposervizio, redattore? Boh. Accade il 29 dicembre. Quattro decreti dopo, il colpo di scena: Mancuso, infatti, un attimo dopo aver firmato il proprio contratto giornalistico va in aspettativa senza assegni. Questo – spiegano gli atti dell’Aterp – secondo l’articolo 19 comma 6 del decreto legislativo del 30 marzo 2001. La norma disciplina gli «incarichi di funzioni dirigenziali». Il funzionario Mancuso – che solo per un caso fortuito è di area Pd –, con un blitz è diventato il dirigente Mancuso. Ha “sbaragliato” la concorrenza, vinto la selezione, ottenuto il posto di addetto stampa, firmato il contratto, usufruito dell’aspettativa e beneficiato delle norme pensate per il suo nuovo status di manager. Tutto grazie ai documenti firmati dal commissario straordinario e pubblicati sull’albo pretorio, come attesta la firma di un funzionario dell’Aterp. Chi? Pasquale Mancuso, ovviamente.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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