Correva l’anno 1983, Stefano Rodotà era candidato alle Politiche in Calabria. Capolista era Achille Occhetto. Oltre sessantamila calabresi (62.894 per la precisione) votarono per lui. Anche a Cittanova dove, il 19 di giugno, Rodotà saliva sul palco per un comizio nella città degli agrari e della faida tra i Facchineri e i Raso-Albanese.
Mafia e malapolitica, allora come oggi, assediavano quella e altre comunità aspromontane, ma in quel 1983 almeno il fronte era chiaro. Lo ricordano bene “giovani” come Antonio Morano e Mommo De Maria (al quale dobbiamo le foto che oggi riproponiamo) e lo ricordano bene i tanti che a quel Rodotà non hanno mai voltato le spalle e che Rodotà non ha mai deluso.
Oggi, silenti, lo piangono e lo rimpiangono. Altri starnazzano in queste ore con fiumi di comunicati autocelebrativi, monumenti a se stessi e a quel che Rodotà ha sempre combattuto: il familismo amorale.
pa. po.
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