REGGIO CALABRIA Dice il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà che nella riunione di maggioranza di lunedì «nessuno ha mai parlato esplicitamente di una persona, di un soggetto politico, di un assessore o un consigliere». Dunque – secondo il Falcomatà “cronista” – non sarebbe successo nulla. Solo «un momento di riflessione politica, di confronto fra il sindaco e la propria maggioranza e i propri consiglieri, come è normale che ci sia. Rientra tutto nell’ottica di una normale dialettica politica e di confronto che ci deve essere. È del tutto evidente che al termine di questi confronti, poi si dovranno fare delle valutazioni». Il Falcomatà “politico”, dunque, inserisce la riunione chiesta dal capogruppo del Pd Antonino Castorina, nel perimetro di un incontro-scontro tra i gruppi che sostengono il primo cittadino e la giunta. Il malcontento è generale, il consiglio chiede di essere coinvolto nelle scelte, non vuole andare a rimorchio del governo cittadino. Giacché non si sarebbe parlato di Angela Marcianò (sempre secondo il Falcomatà “cronista”), provvede a farlo il politico, parlando con l’agenzia Dire. L’assessore alla Legalità – della quale il Pd non ha escluso la revoca (che, secondo più fonti, sarebbe stata sollecitata proprio dal primo cittadino) – è un pensiero fisso per il sindaco. Che la prende larga per arrivare a una critica diretta: «Avere coerenza – spiega – è un elemento distintivo che contraddistingue una persona, non soltanto sul piano politico, ma sul piano della vita. Una persona deve fare delle scelte coerenti per la sua vita o dovrebbe comunque farle. E anche da questo che si misura una persona, non soltanto per quello che riguarda la coerenza nelle scelte politiche». Un modo un po’ criptico per riferirsi alla questione della mancata iscrizione al partito di Marcianò, attuale componente della segreteria nazionale dem guidata da Matteo Renzi. «Per quanto riguarda l’aspetto squisitamente partitico – aggiunge – non lo dico io ma lo statuto del mio partito, per guidare un partito politico occorre farne parte. Non è un commento personale ma è quanto prevede lo statuto del Partito democratico». Il Falcomatà “partitico” prende il posto del “cronista” che aveva già lasciato campo libero al “politico”. Ma il primo pensiero è (sempre) lo scontro con Marcianò. Lui, che la tessera del Pd ce l’ha, in quella segreteria ci sarebbe stato benissimo. E, da che non è stato scelto, il fuoco amico su Marcianò è diventato più pesante. Strano che in quella riunione di maggioranza nessuno ne abbia parlato.
L’ATTACCO DI LATELLA Mentre Falcomatà si barcamena fra il cronista e il politico che albergano in lui, i suoi consiglieri non sembrano avere dubbi. E contro Marcianò si scagliano a testa così bassa da non accorgersi neanche della clamorosa buccia di banana su cui vanno a scivolare. Per carità, la gravidanza non è una malattia, ma qualche inconveniente negli ultimi mesi lo provoca. Deve averlo dimenticato il consigliere delegato allo sport Gianni Latella che, oggi, ha pensato bene di scagliarsi contro «le assenze ingiustificate alle riunioni di giunta che impediscono lo sblocco dei provvedimenti attesi da mesi per l’edilizia sportiva». Per Latella «non è possibile che degli atti deliberativi fondamentali per i cittadini e che sono strategici rispetto all’avvio delle attività sportive dei ragazzi e dei reggini rimangano fermi per mesi prima di venire alla luce». Motivo, dice Latella, «l’assenza rimasta immotivata del dirigente e dell’assessore ai lavori pubblici» che avrebbe impedito persino di «procedere alla approvazione dei provvedimenti che riguardano i lavori che interessano la palestra di Archi», oggi vandalizzata e in stato di abbandono. Una ragione valida secondo il consigliere per tuonare: «Questa amministrazione non può permettersi di perdere tempo, gli uffici tecnici non possono impiegare mesi per portare alla discussione dell’esecutivo un provvedimento sollecitato da mesi, e soprattutto quando questo, pur comprendendo le difficoltà dei funzionari, finalmente è inserito all’ordine del giorno di una sessione di giunta, non si possono accettare scuse di nessun tipo, né si può rimanere in silenzio rispetto alle assenze dei responsabili». Una cosa non chiarisce il consigliere: sta forse chiedendo le dimissioni dell’assessore Marcianò causa gravidanza?
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