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«La fusione Corigliano-Rossano è una sfida esaltante»

Quello delle fusioni tra Comuni è un tema importante, delicato e direi, in alcuni contesti, decisivo per i territori e le comunità che li abitano. Il Comune è una delle poche se non l’unica grande…

Pubblicato il: 04/08/2017 – 14:25
«La fusione Corigliano-Rossano è una sfida esaltante»

Quello delle fusioni tra Comuni è un tema importante, delicato e direi, in alcuni contesti, decisivo per i territori e le comunità che li abitano.
Il Comune è una delle poche se non l’unica grande creazione politica italiana; ogni nostra realtà è sorta, si è ampliata e sviluppata attorno ad un nome, ad un luogo più o meno ampio, ad un campanile che si è fatto storia ed identità attraverso i secoli.
È chiaro, dunque, che quando si parla di unire e fondere avviando una “nuova storia” gli elementi che entrano in gioco sono molti; e a tutti questi elementi culturali, religiosi o di semplice affezione occorre riservare la giusta e necessaria considerazione.
La fusione tra Comuni, infatti, viene immediatamente valutata sotto il profilo storico e identitario e ciò – in molti casi – determina una non sufficiente valutazione della sua necessità e potenzialità; nel concreto, invece, si tratta di un essenziale strumento di sviluppo che va tuttavia inquadrato in un disegno strategicamente più ampio.
Mi spiego ulteriormente: se due Comuni scelgono di unirsi quella fusione non può prescindere da una logica ancor più ampia; se si modificano i confini di più Comuni, se nasce una nuova municipalità che mette insieme funzioni, servizi, uffici, aree di sviluppo e prospettive risulta chiaro che è un comprensorio territoriale ancora più ampio che va pensato e ri-programmato.
Uno dei temi più caldi è quello della fusione tra Corigliano e Rossano. Il nostro sindacato è favorevoli e già nel 2014 come Cisl zonale Ionio-Sila, abbiamo aderito attivamente all’iniziativa del movimento denominato “100 Associazioni” cercando di contribuire fattivamente al progetto di fusione che riguardava i Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano. Abbiamo organizzato varie iniziative e incontri in sede sindacale e non solo, tra la gente e nelle scuole.
Oggi come ieri definiamo la fusione tra Corigliano Calabro e Rossano un progetto importante per tutto il territorio intercomunale; è una sfida esaltante che possiamo spiegare grazie a due semplici sostantivi, potenzialità ed opportunità.
Partiamo dal primo e cioè le potenzialità; il perimetro territoriale dei due Comuni è molto ampio, parte dalla pianura, dal mare e giunge in montagna ed è caratterizzato da una indiscutibile vocazione agricola e agroalimentare.
È evidente che una dimensione del genere – con una condivisa strategia di consolidamento e sviluppo – potrebbe determinare, ad esempio e dal nostro punto di vista, la realizzazione di un importante mercato ortofrutticolo utile a ridurre le tante criticità del settore; così come potrebbe consentire di strutturare percorsi di commercializzazione e valorizzazione dei prodotti agricoli e delle produzioni locali e di qualità. 
Inoltre, con l’utilizzo delle tecniche di ingegneria naturalistica sarebbe realmente possibile creare sviluppo economico e occupazione nelle zone rurali e montane e a favore dell’ambiente marittimo; ciò sarebbe possibile grazie ai mezzi, alle dimensioni, alla necessaria visione unitaria del territorio e del suo sviluppo.
Ma se le potenzialità sono qualcosa che è possibile intravedere, le opportunità esistono già e sono solo da cogliere; mi riferisco ad esempio alla valorizzazione del sistema dei servizi, al riutilizzo delle infrastrutture e strutture storiche, anche partendo da quella dell’Enel. Ma questo è un altro complesso quanto importante argomento che necessita di massima attenzione e confronto.
Ci sono poi altri fattori da tenere in conto: il rafforzamento dei sistemi di logistica, la viabilità – penso alla Ss 106 –, un piano coordinato di gestione del territorio, la realizzazione di una seria spending review locale.
Mettere insieme tutti questi elementi, ridurre sprechi, recuperare e riutilizzare strutture abbandonate, unire i punti di forza non può che tradursi già in un beneficio immediato per i cittadini con un effetto visibile sulla qualità della vita e del contesto urbano.
È vero che la strada verso la fusione non sembra agevole, c’è oggettivamente qualche difficoltà e non tenerne conto sarebbe da sciocchi, ma penso che non ci si possa permettere di far fallire un percorso che riguarda una area importante per l’intera regione, un percorso che è quasi naturale per quel territorio.
Ovviamente è necessario prima del referendum insistere nei momenti di approfondimento e di confronto, inoltre occorre coinvolgere ulteriormente e attivamente i giovani nelle scuole e renderli partecipi e protagonisti di un cambiamento che non incide sul passato ma costruisce, invece, il futuro.
La Fai Calabria sostiene da tempo che il coinvolgimento e il confronto tra giovani e adulti genera la storia. E pertanto dobbiamo generare la buona storia.
Dobbiamo interagire e farlo insieme con convinzione, il forte entusiasmo dimostrato da parte dei ragazzi e dai tanti iscritti alla Cisl rispetto alla fusione dei comuni di Rossano e Corigliano Calabro ci convince ulteriormente e ci stimola a continuare su questo percorso.
La fusione tra Rossano e Corigliano è il caso più ampio, ma nella regione la discussione sulle fusioni tra i comuni riguarda molti contesti.
Nel maggio scorso la giunta comunale di Cosenza ha approvato la proposta di istituzione del nuovo Comune con Rende e poi c’è la nota e già consumata vicenda dei Casali del Manco; circostanze che si legano entrambe all’applicazione ed interpretazione della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13, modificata nel 2016.
Le polemiche che sono seguite all’avvio del nuovo Comune dei Casali del Manco hanno determinato l’iniziativa di alcuni consiglieri regionali per una nuova normativa che metta un po’ d’ordine e sciolga i nodi critici.
Come Fai Cisl siamo a favore dello strumento della fusione ma attentissimi al metodo; prima del referendum le popolazioni devono essere coinvolte, le fusioni devono essere percorsi costruiti, condivisi e lontani anche dal semplice apparire come forzate o inevitabili annessioni.
Mettersi insieme significa dare corpo e sostanza a progetti di inclusione sociale e democratica ed anche sul referendum occorre ragionare attentamente quorum e sui criteri di validità. Ma non bisogna rallentare processi per mere beghe politiche o per frenare percorsi…
In più occorre dire che le fusioni sono utili ma non sempre necessarie, c’è bisogno sempre di un’attenta analisi territoriale, di uno studio di fattibilità che dimostri ed asseveri l’utilità dell’iniziativa.
Suggerisco attenzione prima e solo dopo una chiara, univoca e certa determinazione.
Pensi ad esempio ai piccoli Comuni montani spesso con popolazione inferiore ai 2.000 e 3.000 abitanti: è chiaro che in questi casi la fusione può essere un vantaggio straordinario per chi ha scelto di abitarci e per chi vorrebbe sostenere e favorire il sistema ambientale e forestale.
Parliamo di piccoli comuni con un patrimonio forestale di assoluto pregio, l’eccessiva parcellizzazione non ne consente però un’adeguata valorizzazione; se semplificassimo il territorio e la sua governance sarebbe assai più semplice mettere insieme ampie porzioni di territorio montano e, ad esempio, dar vita ad innovativi e sostenibili piani di gestione forestale.

*segretario regionale Fai Cisl

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