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«Arlia ha ragione, per la musica classica dobbiamo fare di più»

In un Paese come il nostro, autentico museo all’aria aperta, la cultura costituisce l’essenza stessa del nostro essere comunità nazionale; ogni territorio dispone di straordinari giacimenti cultura…

Pubblicato il: 05/08/2017 – 11:04
«Arlia ha ragione, per la musica classica dobbiamo fare di più»

In un Paese come il nostro, autentico museo all’aria aperta, la cultura costituisce l’essenza stessa del nostro essere comunità nazionale; ogni territorio dispone di straordinari giacimenti culturali, di pietre che raccontano una storia antica, di luoghi che narrano ancora oggi di un’identità forte che viene da lontano, di percorsi che fanno assaporare un viaggio della memoria che è sempre attuale e presente.
Il nostro è, purtroppo, anche il Paese nel quale qualcuno, con incarichi istituzionali di primissimo livello, ebbe l’ardire di affermare che “con la cultura non si mangia”; per fortuna – e finalmente – negli ultimi anni si è fatta strada una coscienza collettiva più chiara, unanime e intensa.
Merito di una consapevolezza che riguarda sempre più persone ma anche conseguenza di alcune scelte non solo audaci ma anche e soprattutto giuste; come non pensare, ad esempio, alla coraggiosa nomina dei direttori dei Musei Nazionali (Reggio Calabria ha numeri finalmente apprezzabili) o al varo ed alla definitiva stabilizzazione del cosiddetto Art Bonus, il credito d’imposta tra i più favorevoli in Europa (al 65%) per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo.
E vanno in questa direzione i dati che indicano un aumento significativo delle donazioni ottenute attraverso le piattaforme italiane di crowdfunding.
Ma se questi dati e molte di queste scelte riguardano lo Stato non c’è dubbio che un tema del genere, che apre ed indica straordinarie prospettive, ci riguarda tutti; anche le Istituzioni regionali e locali – ben al di là delle specifiche possibilità e competenze – devono infatti assumerlo come centrale nell’agenda di governo orientando verso una precisa direzione progetti, iniziative o anche semplici comportamenti.
Ed è con questa prospettiva che ho letto con interesse le considerazioni espresse nelle scorse settimane dal giovane Maestro Filippo Arlia, direttore dell’Istituto superiore di Studi musicali “P. I. Tchaikovsky” che, in una nota solo in parte provocatoria e ricca di riflessioni e sollecitazioni rivolte al contesto politico ed istituzionale calabrese, ha evidenziato come la Calabria sia in controtendenza rispetto a dinamiche culturali che altrove, in Italia, registrano interesse ed attenzioni crescenti.
Ciascuno di noi, con responsabilità istituzionali e pubbliche, ha l’onere di approfondire queste sollecitazioni, di conoscere, scoprire, rendersi conto di quanto e come questa nostra regione sia capace – ben al di là dei luoghi e delle esperienze note – di riservare autentiche sorprese disvelando una maturità culturale ed una vitalità decisamente encomiabili.
Sono stato, dunque, a Nocera Terinese nell’ex convento dei frati cappuccini e nelle cui stanze trova ospitalità l’esperienza culturale e formativa dell’Istituto superiore di Studi musicali “P. I. Tchaikovsky”, una realtà che vanta oggi circa 800 studenti e ha dato vita all’Orchestra Filarmonica della Calabria.
L’Opera e, soprattutto, la musica classica sono impegni di prim’ordine, richiedono costanza, passione e sacrificio ma riservano soddisfazioni e stimoli culturali impareggiabili.
Cogliendo per intero le osservazioni del Maestro Arlia penso anch’io che sia necessario riservare a queste realtà il giusto riconoscimento avviando percorsi che le sostengano, soprattutto quando sono unite alla valorizzazione delle nostre testimonianze storiche ed archeologiche.

*presidente della Provincia di Cosenza

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