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La grande scommessa del rilancio della Sacal

In questa Sacal non si riesce a distendersi. La tensione mentale rimane a livelli alti nel Consiglio d’amministrazione e il motivo di questi ultimi giorni è costituito dal bilancio della società ch…

Pubblicato il: 05/09/2017 – 6:46

In questa Sacal non si riesce a distendersi. La tensione mentale rimane a livelli alti nel Consiglio d’amministrazione e il motivo di questi ultimi giorni è costituito dal bilancio della società che può determinare preoccupazioni per il piano di accordo con gli aeroporti di Reggio Calabria e di Crotone.  Nonostante la legge conceda 180 giorni dall’inizio dell’anno solare, infatti, non si conoscono ancora le effettive cifre dell’importante documento economico.
La “bomba” è esplosa con un articolo di Gazzetta del Sud con il quale si portava alla conoscenza dei calabresi che il documento contabile di Sacal prevedeva un passivo di cinque milioni e mezzo di euro, una cifra consistente che in passato non aveva mai raggiunto picchi così alti. Il giorno successivo, puntuale, arriva la replica di cui si è occupato il neo presidente della società aeroportuale. «Si tratta di notizie del tutto arbitrarie – ha scritto Arturo De Felice – errate e infondate che potrebbero avere fini estranei all’interesse della società rispetto ai quali va osservato che si potrebbe voler evitare un mutamento degli attuali equilibri societari». Ed ha aggiunto con toni rassicuranti: «Sacal per il 2016 rileverà una perdita in netta riduzione rispetto all’esercizio precedente». Senza però dire a quanto ammonterebbe la perdita ma che la stessa «sarà destinata ad essere colmata con i risultati positivi attesi per il prossimo futuro».
Gazzetta del Sud, da parte sua, ha assorbito la “reprimenda” ritenendo di non dover aggiungere altro; non ha chiarito se l’entità della somma, appunto cinque milioni e mezzo, fosse giusta né sono state presentate scuse per un probabile errore dovuto ad un refuso tipografico. Nulla di nulla!
Sulla vicenda, però, si è scatenato un fuoco incrociato tra chi aveva interesse a difendere il piano per l’accorpamento gestionale dei tre aeroporti calabresi e quanti sostengono che il progetto della gestione unitaria sia «una zavorra per l’aeroporto di Lamezia Terme che, accorpando due pesi morti come quelli di Reggio e di Crotone, sarebbe destinato ad affondare». Ma «indietro non si torna» sostengono all’unisono alcuni dirigenti del Pd nel tentativo di supportare il presidente della Regione, Oliverio, il quale si batte da tempo per una soluzione operativa che garantisca il rilancio dei tre scali calabresi. Gli effetti della gestione precedente a quella della nomina di De Felice sono ancora caldi e non del tutto cancellati dal tempo. Qualcuno ricorda le dichiarazioni trionfalistiche che riguardavano il sistema gestionale dell’aeroporto, a cominciare dalla comunicazione (urbi et orbi) del “restyling del brond Sacal S.p.A” al quale era stato dato il colore blu sul presupposto che «oltre ad essere sinonimo di fiducia, lealtà, dedizione, confort, idee», risultava anche «in linea con la tipologia merceologica dell’azienda». Così è stato scritto nella comunicazione della presidenza Colosimo. Erano i tempi in cui quel presidente si permetteva di andare in Consiglio comunale e ammannire alla maggioranza e all’opposizione del Comune di Lamezia terme: «Siamo qui per sgombrare il campo da alcuni dubbi, innanzi tutto che non c’è nessun tipo di dissesto, porteremo nel 2016 il bilancio in pareggio, con un utile dal 2017». Chiacchiere, ciance che il tempo giudicherà.
Stando così le cose, anche con le misure di sostegno previste dalla Regione (12 milioni di euro per il comarketing e altre 12 milioni per l’istituzione di nuove rotte tra la Calabria e gli scali internazionali) c’è da ricordarsi che entro il prossimo mese di novembre Alitalia cesserà l’attività; a quel punto per garantire le tratte, sia quelle esistenti, sia quelle del piano previsionale, le compagnie interessate saranno disponibili solo al “tintinnio” dei milioni di euro. Pertanto come sarà possibile pensare serenamente ad una Sacal che possa allargare la sua gestione anche sul “Tito Minniti” e sul “Sant’Anna”? Tutto può essere purché ci sia una forte esposizione delle due amministrazioni comunali. E sarà anche un aspetto sul quale dovranno dire la loro i soci pubblici di Sacal a cominciare dalla Regione per finire ai Comuni di Lamezia Terme e di Catanzaro fino ai soci privati uno dei quali rappresenta quasi il 30 per cento dell’azionariato.
Senza fare gli uccelli del malaugurio, prima di impelagarsi in iniziative che potrebbero anche diventare difficili, sarebbe opportuno pianificare anche i dettagli della nascente società mista per evitare il rischio di dire un giorno: “In Calabria una volta c’erano tre aeroporti”.

 

*giornalista

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