REGGIO CALABRIA «Maria Madre della Consolazione ci chiede il coraggio del superamento del male atavico della nostra terra che è la mentalità mafiosa e l’associazione malavitosa ad ogni livello che persegue il bene individuale a discapito del bene comune». Sono le dure parole pronunciate dal arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, monsignor Giuseppe Morosini, nella sua omelia in occasione della processione della Vara con l’effigie della Madonna della Consolazione patrona della città. Un monito diretto contro le ‘ndrine che non permettono a Reggio e alla Calabria di crescere. Per quella mentalità mafiosa ammonisce il prelato «si disperdono le risorse economiche». «È per questo –sottolinea – che la città non cresce economicamente. È questa una delle cause della mancanza di lavoro per i nostri giovani». E rivolgendosi agli ‘ndranghetisti Morosini li invita alla conversione. «A loro diciamo – tuona – che non possono guardare Maria e chiedere da lei consolazione della vita. Non ci può essere consolazione e gioia in chi è fautore di morte per gli altri perché la maledizione di Dio lo insegue sempre».
Alla cerimonia religiosa, tra imponenti e straordinarie misure di sicurezza, hanno partecipato migliaia di fedeli. Molti gli uomini delle forze dell’ordine impegnati per garantire tranquillità a quanti sono accorsi da tutta la regione e anche dalla Sicilia. «Rivolgo l’invito a interrogarci sulla valenza religiosa e civile di questa festa – ha aggiunto il presule – che sta al centro della fede del popolo e incarna un po’ l’identità stessa della nostra città. Come cristiani vi sollecito a celebrarla sapendo che non possiamo scindere Maria da Gesù. Non possiamo, perciò, dire di onorare la Madonna e rimanere indifferenti rispetto al grave e progressivo depauperamento dei valori che accade attorno a noi. Non possiamo dichiarare che la Madonna è Patrona della nostra città, se accettiamo che la deriva morale intrapresa nella nostra città debba essere irreversibile, quasi che la Madonna, legata a Gesù e al Vangelo e che dichiariamo nostra Patrona, non avesse da dirci nulla sui valori che stiamo abbandonando».
Durante il percorso la Sacra Effigie ha sostato, come tradizione, davanti ai “luoghi della sofferenza”, come il Policlinico “Madonna della Consolazione” e la Casa di cura “Villa Aurora”, da tempo al centro di una gravissima crisi finanziaria e gestionale con il rischio di centinaia di licenziamenti. Poi la sosta davanti a Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale della Calabria dove, ad accogliere la Vara, c’era il presidente dell’assemblea Nicola Irto che ha deposto un fascio di fiori davanti al quadro della Madonna. E, ancora, la sosta davanti a Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria. «Anche noi – ha detto il sindaco Giuseppe Falcomatà – affidiamo la nostra preghiera alla Madonna della Consolazione. Nonostante le insidie quotidiane e nonostante chi, in maniera subdola, prova a minare il percorso di legalità avviato dall’amministrazione comunale. E lo facciamo riprendendo le parole più belle affidateci come testamento da don Italo Calabrò: “Nessuno escluso mai”».
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