CATANZARO Nuovo grido di allarme delle organizzazioni sindacali sulla questione carceri nel capoluogo. In particolare sulla mancanza di risorse adeguate per il funzionamento della struttura. Salvatore Paradiso, della Uilpa Polizia penitenziaria, e Roberto Magro, della SiNAPPe, intervengono sulla prossima inaugurazione del nuovo padiglione della Reclusione nel carcere “Ugi Caridi” di Catanzaro.
«Un centro diagnostico terapeutico disposto su più livelli – quattro piani che ospiterà almeno 50 detenuti con problematiche fisiche, psichiche e psichiatriche – che necessita di risorse straordinarie, almeno 30 appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria, per un adeguato supporto al personale medico e infermieristico. Se ciò non accadesse – spiegano – e ad oggi non si hanno notizie di integrazioni, c’è il rischio che un progetto importante di grande valenza sociale non solo non decolli ma venga trascinato alla deriva dalle confuse e paludose acque dell’amministrazione penitenziaria, che in Calabria diventano eccezionalmente torbide e intrise di molti interrogativi anche di legittimità».
«Bisogna prendere atto dell’incapacità di dar corpo ai progetti da parte del dipartimento dell’amministrazione penitenziari – aggiungono i sindacati -. Nonostante siano trascorsi più di 3 anni dalla data della sottoscrizione di un protocollo di intesa tra l’allora presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti ed il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri nessuna ulteriore programmazione è stata effettuata dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Tale struttura rappresenta una assoluta peculiarità nel panorama italiano con servizi specialistici, palestre mediche e piscina sanitaria per idrochinesiterapia riabilitativa. Sarebbe veramente incomprensibile la mancanza di risposte in termini di adeguamento degli organici dopo gli investimenti per realizzare la struttura».
«Peraltro – proseguono Paradiso e Magro – le richieste del provveditore in missione dell’amministrazione penitenziaria Regionale, Cinzia Calandrino, relative ad una implementazione delle risorse, in vista dell’apertura di tale servizio Multiprofessionale integrato, paiono mero esercizio di stile considerate sia analoghe richieste prive di effetto formulate in altre circostanze e sia i lavori in corso d’opera da parte di una commissione del Provveditorato che deve rivedere ulteriormente al ribasso gli organici in Calabria. È difatti, tale richiesta, non ha sortito alcun effetto sull’amministrazione centrale e neppure sul capo del Dap, Santi Consolo, che parteciperà giorno 14 all’inaugurazione. Bisogna registrare oramai da anni la mancanza di un Provveditore in pianta stabile che faccia recuperare un peso specifico a questa sfortunata regione».
«Il personale della Polizia penitenziaria è oramai allo stremo ed i rischi connessi al fallimento di questo progetto sono tutt’altro che ipotetici. Così come a rischio sono i processi e la sicurezza dell’Istituto. La pianta organica di questo istituto è fissata da un decreto ministeriale del 2013 che non ha tenuto nemmeno conto dell’apertura del nuovo padiglione avvenuto nel 2014, con 8 sezioni detentive e con più di 200 detenuti. Al danno si aggiungerebbe dunque la beffa che gli organici verrebbero ulteriormente ridotti senza averli integrati in funzione dell’apertura del nuovo padiglione e del Centro Diagnostico Terapeutico. Ciò che lascia perplessi – aggiungono le organizzazioni sindacali – e che non esiste in Italia un altro Istituto che con un organico di soli 250 agenti abbia una capienza di oltre 700 detenuti, con 25 sezioni detentive di cui 8 sezioni di alta sicurezza in cui sono ristretti detenuti appartenenti ai clan più pericolosi in Italia. Istituti simili hanno una pianta organica di non meno di 400 agenti».
«L’auspicio è che la cittadinanza, il dirigente dell’Asp di Catanzaro, il sindaco, il prefetto, possano prendere cognizione di quanto sta accadendo ed intervengano ognuno nell’ambito delle proprie competenze per scongiurare un ulteriore fallimento di un progetto che invece meriterebbe tutt’altre attenzioni. Le organizzazioni sindacali, in mancanza di risposte – conclude la nota -,continueranno lo stato di agitazione ad oltranza nonché manifestazioni di protesta davanti a sedi istituzionali».
LA NUOVA VITA DEL CARCERE DI LAMEZIA TERME Sempre il segretario regionale del Sinappe, Roberto Magro, annuncia anche importanti novità per il carcere di Lamezia Terme. Dismessa da più di due anni, la struttura potrebbe avere due nuove possibilità per essere riaperta.
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