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STIGE | A Cariati il sindaco (e un dirigente) “stoppano” la cosca

CARIATI Era Leonardo Rispoli l’uomo che governava, per conto del clan Farao-Marincola, sulla “Lega navale” di Cariati. Il suo era un dominio totale, tale da costringere il presidente uscente, Giova…

Pubblicato il: 09/01/2018 – 22:43
STIGE | A Cariati il sindaco (e un dirigente) “stoppano” la cosca

CARIATI Era Leonardo Rispoli l’uomo che governava, per conto del clan Farao-Marincola, sulla “Lega navale” di Cariati. Il suo era un dominio totale, tale da costringere il presidente uscente, Giovanni Cufari, a dimettersi e rinunciare alla rielezione. Estrometterlo è, per Rispoli, un modo per accaparrarsi la gestione delle attività economiche legate al porto della cittadina dello Jonio cosentino. È la riproposizione di quanto già avvenuto a Cirò Marina. Con una differenza: a Cariati la cosca trova un sindaco pronto a denunciare. Lo raccontano le carte dell’inchiesta “Stige”. Filomena Greco è stata il primo cittadino fino alla scorsa settimana, quando otto consiglieri comunali l’hanno sfiduciata, decretando la fine della sua esperienza amministrativa. La sindaca e la sua famiglia (si tratta degli imprenditori del gruppo iGreco) decidono di rivolgersi alle forze dell’ordine per strappare il porto dalle mani della ‘ndrangheta. Suo fratello Saverio, nel febbraio 2016 (prima delle elezioni amministrative), riferisce agli investigatori che «a Cariati era ormai notizia diffusa che esponenti della ‘ndrangheta cirotana erano interessati non solo alla gestione del porto, ma anche alla gestione del correlato mercato ittico, che in quel momento passava anche dall’aggiudicazione di una gara d’appalto che il Comune di Cariati avrebbe dovuto bandire». Sono i giorni nei quali si consumano le minacce ai danni del presidente della “Lega navale”. Qualche mese dopo – è giugno – il sindaco neo-eletto solleva «dall’incarico di responsabile dell’Area Tecnica Antonio Dell’Anno, persona evidentemente asservita alle volontà di Leonardo Rispoli, nominando al suo posto Adolfo Benevento». Il nuovo dirigente annulla la determina con la quale la gestione dell’area portuale era stata affidata al “Circolo Nautico” di Rispoli, unico partecipante alla gara. E la sua vita, d’improvviso, si complica. «Il giorno seguente (21 giugno 2016) alla comunicazione a Rispoli della revoca dell’affidamento – scrive il gip –, Benevento subiva un grave atto intimidatorio, allorché ritrovava davanti al portone d’ingresso della propria abitazione, la carcassa di un cane con il cranio frantumato. Assai difficile – si legge ancora nell’ordinanza di custodia cautelare – non collegare l’intimidazione ai provvedimenti amministrativi appena adottati dal nuovo responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune, che penalizzavano Rispoli e per l’effetto la compagine criminale per conto della quale opera al porto di Cariati». Saranno poi le intercettazioni telefoniche a confermare il contesto ipotizzato da Saverio Greco. I rapporti tra Rispoli e gli esponenti della cosca di Cirò Marina, la collaborazione con i Farlo per l’imposizione del vino prodotto da aziende vicine alla cosca e infine i metodi spicci utilizzati per convincere Giovanni Cufari a non ricandidarsi. La chiave dell’accusa sta in una telefonata registrata il 21 marzo 2016. “Dicono che hai picchiato a quello…il professore Cufari … quello della Lega?», chiede l’interlocutore di Rispoli. «Si … l’ho picchiato, gli ho detto! Ormai … mi frego di loro! …». Per gli inquirenti vale come una confessione.  

 

 

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