CATANZARO Condanne da quattro anni a un anno e quattro mesi sono state invocate dal pubblico ministero della Dda Elio Romano nei confronti di sei imputati coinvolti in un procedimento di scambio elettorale politico mafioso. Nel corso del processo, con rito abbreviato, il pm ha chiesto la condanna a due anni e otto mesi per Angela De Feo, candidata nel 2005 con il Nuovo Psi per il rinnovo del consiglio regionale, e accusata di avere sborsato 50mila euro alla cosca Giampà di Lamezia Terme in cambio del procacciamento di voti. Patto rivelatosi infruttuoso perché la candidata non è stata eletta. A fare da tramite tra la De Feo e la cosca sarebbe stato Romolo Villirillo, per il quale è stata chiesta una condanna a quattro anni di reclusione. A sostenere le tesi dell’accusa ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra i quali Gennaro Pulice e Giuseppe Giampà. La somma pattuita sarebbe stata consegnata nelle mani di un altro collaboratore di giustizia, Pasquale Giampà, per il quale è stata chiesta la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione. Stessa pena è stata invocata un altro pentito, Angelo Torcasio, coinvolto nel procacciamento di voti e con il quali sarebbe stata divisa la somma pagata dalla De Feo. Quattro anni sono stati chiesti, infine, per Aldo Notarianni. Assente all’udienza l’imputato Saverio Cappello. Il gup Francesca Pizii ha deciso di stralciare la sua posizione e rinviarla al 19 gennaio, data in cui avranno inizio le discussioni degli abbreviati da parte del collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Gambardella, Giusy Caliò, Giancarlo Pittelli, Rita Cellini. Per quanto riguarda il rito ordinario di questo procedimento, scelto dall’imputato Vincenzo Bonaddio, elemento apicale della cosca Giampà, il pm ha chiesto il rinvio a giudizio. Per il rinvio a giudizio di Bonaddio, difeso dall’avvocato Francesco Stilo, e per la sentenza degli abbreviati è prevista un’unica camera di consiglio per il prossimo 31 gennaio.
ale. tru.
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