CATANZARO La cosca Farao-Marincola non imponeva solo vini, lavorati per pizza, prodotti ortofrutticoli e pescato in Germania. Gli affari che gestiva erano grossi, gli uomini del clan piazzati strategicamente e anche i ristoranti e i locali svolgeranno funzione di base logistica per attività illecite. Tra questi l’Inter Club della cittadina tedesca di Fellbach, che, oltre a riunire i tifosi della squadra milanese, fungeva anche da centro di stoccaggio di banconote contraffate provenienti dall’Italia. Lo testimonia la collaboratrice di giustizia Maria Vallonearanci, già legata alle ‘ndrine di Rossano per conto delle quali ha commesso furti, spacciato e operato lo sfruttamento della prostituzione.
Emigrata in Germania per diversi anni ha cominciato a collaborare nel 2010. Le sue dichiarazioni sono confluite nell’indagine “Stige” della Dda di Catanzaro, che lo scorso 9 gennaio ha portato all’arresto di 170 persone, tra capi, gregari e fiancheggiatori della cosca di Cirò Marina. L’Inter Club era gestito da Domenico Palmieri, detto Tonino (proprietario anche di una pescheria) e Andrea Farao (non indagato in questo procedimento). Maria Vallonearanci era venuta a conoscenza, scrivono i pm, che «il circolo “Inter Club” veniva utilizzato da esponenti della criminalità organizzata cirotana per organizzare incontri riservati, nonché come centro di stoccaggio di banconote contraffatte provenienti dall’Italia. Il denaro contraffatto veniva stampato in Calabria, a Mandatoriccio, ove insisteva una stamperia realizzata da Mario Lavorato (originario di Mandatoriccio e radicato a Stoccarda dove lavora per la cosca imponendo prodotti vinicoli e alimentari, ndr)». Talvolta il danaro veniva trasportato in Germania da due autotrasportatori rossanesi, utilizzando, come carichi di copertura, casse di mandarini. Arrivate in Germania, le banconote venivano dapprima scaricate nella pescheria di Palmieri e poi portate all’ “Inter Club Fellbach” per essere occultate. «Mia sorella mi ha detto che, nel dicembre del 2013, è arrivato un tir carico di mandarini condotto nei pressi dell’Inter Club da due rossanesi, fra i mandarini era occultata un’ingente somma di denaro contraffatto. Mia sorella mi ha riferito che il carico è arrivato notte tempo ed è stato scaricato presso la pescheria di Palmieri. Il marito di mia sorella, che lavora presso la pescheria, ha partecipato alle operazioni di scarico dei mandarini e perciò ha visto il denaro contraffatto».
IL MONOPOLIO DEL PESCE Da sua sorella, Maria Vallonearanci ha appreso che Domenico Palmieri, Andrea Farao e Mario Lavorato monopolizzavano il mercato del pesce nella zona ricompresa tra la cittadina di Fellbach e Stoccarda. «Tutti i ristoratori italiani si devono rifornire da Tonino Palmieri e da Andrea Farao – racconta la collaboratrice –. Per quanto concerne questo monopolio ha un ruolo importante Mario Lavorato». Quest’ultimo è considerato «persona “che conta” dal punto di vista ‘ndranghetistico, assicura in Germania un saldo punto di appoggio agli ndranghetisti cirotani ed è sicuramente interessato alla distribuzione del pescato…». Il mercato del pescato avrebbe fruttato alla pescheria Palmieri-Farao un fatturato di 35mila euro al mese.
I MANDARINI I mandarini non servono solo a occultare le banconote. Giunti da Rossano fino a Fellbach «vengono smistati in tutta l’area di Stoccarda. Anche in questo caso – racconta Vallonearanci – i ristoratori sono costretti a prendere i mandarini solo da Palmieri e Farao».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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