LAMEZIA TERME Soltanto pochi giorni fa sfornava note dal tenore definitivo: o il centrodestra rimette il Nuovo Cdu al centro del progetto o le conseguenze si faranno sentire. Alla fine deve aver visto qualche traccia di quella centralità, Mario Tassone. Altrimenti non si spiegherebbe la sua scelta di schierarsi, nella lista “Noi con l’Italia”, nel collegio camerale Calabria 1. In seconda posizione: una candidatura di servizio, si sarebbe detto in altri tempi. Quelli in cui Tassone frequentava il Parlamento – dal 1976 al 2012 – prima con la Democrazia cristiana, poi col Cdu ed infine con l’Udc. È rimasto fermo per un turno (nella scorsa legislatura) ma adesso, a 74 anni, ci riprova. Nove volte in Parlamento; tenterà – metafora calcistica – la “Decima” . Se non è un highlander poco ci manca. Paolo Naccarato aveva giurato, invece, di fermarsi davvero. Eletto nelle file della Lega (al Nord) e poi passato negli “stabilizzatori” (il copyright è suo) del governo di centrosinistra, lo storico collaboratore di Francesco Cossiga aveva mandato alle stampe una nota il cui incipit non lasciava dubbio alcuno: «Termina la legislatura e con essa la mia carriera politica». Era la vigilia di Natale. Poi – annunciazione, avvento, epifania – arriva Silvio e gli chiede di ripensarci per sfidare nel collegio di Cosenza Giacomo Mancini (Pd “in quota Forza Italia”, come vi abbiamo raccontato qui) e la giovane startupper Anna Laura Orrico. E lui risponde presente, sperando che i mai sopiti dissapori nel “nuovo” centrodestra bruzio che ha ritrovato Gentile e Morrone (alleati pronti a insediare la leadership della famiglia Occhiuto) non gli giochino brutti scherzi.
LE FAMIGLIE DI CERRELLI Per un calabrese che lascia la Lega ce n’è uno che la abbraccia. La candidatura di Giancarlo Cerrelli nel collegio di Crotone (Camera) guadagna un trafiletto sul Corriere della Sera. Sui media è finito spesso, in passato, per le sue posizioni sull’omosessualità. Come commentava la notizia della coppia di ragazzi respinti in un bed&breakfast di Ricadi la scorsa estate? Spiegando che era un caso montato ad arte e che «è avvenuto un vero e proprio “trasbordo ideologico inavvertito” del popolo italiano a favore della “normalizzazione” dei rapporti omosessuali». Una considerazione inevitabile per l’avvocato che si definisce cattolico «integrale ma non integralista, tra i pochi a difendere la famiglia naturale basata sul matrimonio tra uomo e donna». Poco male se tra i capi della sua coalizione non c’è neppure uno che possa rappresentare la “famiglia tradizionale”. A Cerrelli non importa: «La vita privata di un politico non mi riguarda». Gli interessano molto, invece, le unioni civili: «Il punto è non fare leggi che si ritorcano contro la famiglia».
E QUELLE DEI PARTITI «Famiglie! Vi odio», inveiva il premio Nobel per la letteratura André Gide nel suo “I nutrimenti terrestri” (la Lega non lo avrebbe mai candidato a Crotone). Per fortuna, in Calabria le tradizioni e i legami si rispettano. E così può capitare di trovare un figlio come candidato supplente di suo padre. Succede in Forza Italia, con Giuseppe Tallini che fa “da riserva” a Mimmo, padre titolare che se la giocherà (soprattutto) con Antonio Viscomi (Pd) e Giuseppe D’Ippolito (M5s) per un posto alla Camera. Figlio d’arte è anche Andrea Gentile, in lizza per un posto da deputato sul Tirreno cosentino. E, sempre nel centrodestra, c’è pure Isabella Rauti (guida il listino proporzionale per Fratelli d’Italia al Senato), figlia di Pino. La presenza, tuttavia, non deve stupire: la famiglia è originaria di Cardinale, in provincia di Catanzaro.
CALABRESI “ALL’ESTERO” Grattacapi diversi (dimostrare di non essere “paracadutati”) avranno invece i calabresi all’estero (si fa per dire). Un drappello di aspiranti parlamentari che storia politica e/o impegni professionali hanno portato lontano dalla madre patria calabra. A partire dal ministro dell’Interno Marco Minniti che si giocherà un posto nel collegio uninominale Fano-Pesaro (Camera) e in due listini (Veneto e Campania). C’è anche Anna Falcone: punto di riferimento dell’esperienza a sinistra nata nel teatro Brancaccio, la giurista si è attirata più di qualche critica per la scelta di candidarsi in “Liberi e uguali”. Per lei doppia chance: collegio uninominale Bologna centro e proporzionale in Veneto dietro Bersani. Polemiche anche per il primo posto da capolista alla Camera in Leu (in Abruzzo) per Celeste Costantino (eletta fuori dalla Calabria anche nel 2013). Sempre al proporzionale, ma al numero tre a Bologna, c’è il cosentino (di origini, ma non per percorso politico) Ernesto Carbone. Numero tre, ma nel listino proporzionale Senato di Palermo, spunta di nuovo Andrea Gentile.
Lontana dalla Calabria cercherà un posto al sole anche Stefania Covello, “vittima” di un paio di aggiustamenti last minute delle liste dem. Inizialmente candidata nel collegio senatoriale di Crotone e nel listino (sempre Senato) al numero due, Covello ha deciso di abbandonare la Calabria e trasferirsi in Campania: correrà al proporzionale per la Camera dietro l’apripista Paolo Siani. Per una Covello che lascia c’è un Galati che raddoppia: si schiererà nel proporzionale Senato calabrese come capolista di “Noi con l’Italia” e nell’uninominale (sempre Senato) di Avellino. Corsa piemontese, invece, per Pino Masciari, imprenditore edile e testimone di giustizia che si era proposto al Movimento Cinquestelle: candidatura accettata nell’uninominale Ivrea-Settimo Torinese. Corre, invece, nel Lazio (in un collegio proporzionale del Senato, dopo Maurizio Gasparri) la reggina Lella Golfo, presidente della fondazione “Marisa Bellisario”: il suo sarebbe un ritorno, dopo la prima esperienza del 2008, quando fu eletta nelle file del Pdl).
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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