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NOCERA TERINESE Ricominciare da capo, dallo stesso luogo in cui, due anni fa, tutto è iniziato. Le facce sono più o meno le stesse, così come le intenzioni. Ciò che è cambiato, invece, è il bagaglio delle esperienze, ora più ricco, così come la consapevolezza di una maggiore maturità politica.
Fernanda Gigliotti, dunque, ci riprova. L’ex sindaco di Nocera Terinese, accompagnata dal movimento “Il Paese che vogliamo”, è pronta a rituffarsi in quella esperienza che, due anni fa, l’ha portata a conquistare la fascia tricolore con l’appoggio della maggioranza dei cittadini noceresi.
Un’esperienza politica, quella passata, durata appena 19 mesi ma sufficienti a porre le basi per un cambiamento concreto e duraturo, per mettere in atto quella “rivoluzione gentile” che in molti, tanti, avevano chiesto alla Gigliotti.
Di mezzo i contrasti politici, le posizioni trasversali di chi, al contrario, ha liberamente anteposto i propri interessi a quelli della comunità, portando all’inevitabile scioglimento del Comune poco più di 4 mesi fa. Ora è tempo di ripartire, dunque, di rimettere in moto una macchina amministrativa che ha tanti obiettivi all’orizzonte da raggiungere e, soprattutto, molti problemi da risolvere e in fretta.
A cominciare dal debito, enorme, pari a circa 43 milioni di euro, che grava su Nocera. Tanto in questo senso è stato fatto in passato, come ad esempio la stabilizzazione e l’approvazione del bilancio avvenuto il 6 giugno del 2017. E poi i tanti interventi come l’abbattimento dell’ecomostro sulla costa o la stabilizzazione del depuratore.
Gigliotti si presenta all’appuntamento elettorale del prossimo 10 giugno con le idee chiare: «Oggi inizia di nuovo la nostra battaglia – ha detto – interrotta 4 mesi fa dopo il lavoro che abbiamo messo in campo e che avevamo cantierato proprio per gennaio di quest’anno. Noi oggi incominciamo la nuova avventura tenendo ben presente qual è e qual era il nostro programma, considerato quale parte abbiamo svolto e quale, invece, dobbiamo ancora portare a termine.”
L’ex sindaco fissa due obiettivi principali: «Nocera deve diventare “città” – ha detto Gigliotti – perché ha tutti i requisiti per esserlo e ottenere il riconoscimento da parte dello Stato. La nostra comunità deve riavere un lungomare, che sia realizzato però con la sinergia regionale – così come ci ha garantito il presidente Oliverio – e che contenga in sé un progetto globale e coordinato, con barriere dirette a mitigare l’erosione costiera e che preveda la riqualificazione e la riproposizione di un nuovo progetto costiero e dell’entroterra».
Una rinascita che parte anche dall’economia. «E poi è necessario un intervento sugli individui, sui noceresi che hanno bisogno di lavoro e lo dobbiamo realizzare qui, facilitando l’attività degli imprenditori perché Nocera possa diventare il paese dell’accoglienza turistica ma anche del co-housing e del social-housing e del territorio».
Inevitabile, infine, gettare uno sguarda al passato: «Due anni fa i cittadini ci hanno eletto perché non ne potevano più, speravano e credevano in noi. La cittadinanza fatica a comprendere le ragioni di una caduta di un’amministrazione, soprattutto quando non ci sono ragioni serie. 19 mesi, però, sono troppo pochi per giudicare un sindaco e una giunta, troppo pochi per far rinascere un paese con un debito di 43 milioni di euro, però ci stavamo riuscendo anche grazie a un’esperienza culturale nuova e che aveva fatto apparire Nocera come la città di un cambiamento possibile».
Giorgio Curcio
redazione@corrierecal.it
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