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Via libera al decreto per gli lsu-lpu non contrattualizzati

Il nuovo provvedimento della Regione autorizza i Comuni “ribelli” ad erogare i sussidi attingendo al contributo complessivo di 142mila euro. Ma la via per la stabilizzazione, in attesa della legge …

Pubblicato il: 11/05/2018 – 16:36
Via libera al decreto per gli lsu-lpu non contrattualizzati

Tra timidi passi avanti e nuove (per ora solo paventate) manifestazioni di protesta, prosegue il percorso a ostacoli dei circa 5mila lavoratori impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità in servizio presso molti enti pubblici calabresi. Come abbiamo già scritto qui, per gli lsu-lpu la stabilizzazione resta un miraggio, ma intanto la Regione dato via libera al decreto per permettere agli enti che hanno prorogato i contratti di attingere al finanziamento governativo da 50 milioni di euro per pagare i lavoratori nel 2018. Dopo che il Corriere della Calabria ha pubblicato il provvedimento, i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uiltemp hanno espresso «forte preoccupazione» perché il decreto non include «i lavoratori attualmente utilizzati a Calabria Verde, Arsac, Arpacal» e hanno criticato la Regione per gli «incomprensibili ritardi». A rispondere a stretto giro è stata la neo assessore al Lavoro Angela Robbe (qui le sue dichiarazioni), che poco prima aveva incontrato alcuni dei sindaci “ribelli” che non si sono fidati delle pressioni arrivate dalla politica – soprattutto a ridosso della campagna elettorale – e non hanno prorogato i contratti per non violare i dettami della legge Madia. In sostanza la normativa nazionale impone, per prorogare i contratti, di indicare un piano di stabilizzazione compatibile con le esigenze di bilancio e di pianta organica dell’ente stabilizzatore. Cosa che quasi nessuno può permettersi di fare per tutti i lavoratori in servizio, tant’è che diversi dei Comuni che hanno rinnovato i contratti sulla scorta delle rassicurazioni della Regione di recente stanno tentando – non si sa quanto efficacemente – di mettersi al riparo da eventuali azioni legali che i precari potrebbero portare avanti in caso di mancata stabilizzazione. Intanto, parallelamente, i sindaci “ribelli” (si tratta di 16 Comuni e circa 90 lsu-lpu) si sono visti confermare le proprie ragioni da alcune circolari ministeriali, e anche dalla Cittadella è arrivato un contributo complessivo di 142mila euro per pagare i sussidi dei precari che sono rimasti senza contratto. Il problema è che questi lavoratori da inizio 2018 non hanno prestato servizio, così per dare una “copertura” burocratica all’utilizzo di questi fondi il dipartimento Lavoro ha emanato un ulteriore provvedimento (potete scaricare il decreto cliccando qui) che ne disciplina l’utilizzo. Le indicazioni attuative contenute nel decreto dispongono che i 142mila euro liquidati dalla Regione siano erogati solo dagli enti «che abbiano inviato ovvero intendano avviare le procedure di stabilizzazione del personale e nelle more di queste, previa attestazione dei medesimi enti dell’attività lavorativa effettivamente svolta dai soggetti beneficiari delle misure di sostegno al reddito». Tutto insomma è subordinato alla stabilizzazione, e la questione resta spinosa proprio perché i Comuni non possono farsene carico e si attende un intervento risolutivo della Regione attraverso l’approvazione di una legge ad hoc che, finora, è stata solo annunciata a parole.

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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