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A Riace l'ultimo saluto a Becky, morta nel rogo della tendopoli – VIDEO

Dopo 5 mesi celebrati i funerali della 26enne che ha perso la vita nell’incendio a San Ferdinando. Lucano: «Non siamo riusciti a impedire che andasse via. Tutto questo mi fa rabbia». Bruno Bossio: …

Pubblicato il: 25/05/2018 – 16:10
A Riace l'ultimo saluto a Becky, morta nel rogo della tendopoli – VIDEO

RIACE Sono passati cinque mesi dalla scomparsa di Becky Moses, la ragazza nigeriana di 26 anni morta lo scorso gennaio durante un incendio nella tendopoli di San Ferdinando e, finora, i suoi funareli non erano stati celebrati. Nessuno voleva farsi carico delle inevitabili spese, ma il Comune di Riace, nonostante i gravi problemi economici dovuti ai ritardi nei trasferimenti dei fondi per l’accoglienza, ha voluto farsi carico della sua sepoltura. Becky, prima di spostarsi nella tendopoli, aveva vissuto nel paese d’accoglienza. Era arrivata dalla Nigeria e condivideva un piccolo appartamento con alcune coetanee. La sua carta d’identità porta ancora la firma del sindaco Domenico Lucano. Ad attenderla però, al di là delle montagne, un destino crudele. La notte del 27 gennaio a San Ferdinando le fiamme hanno completamente avvolto e distrutto il suo alloggio. Becky aveva appena compiuto 26sei anni ed era lì soltanto da tre giorni. Emike Potter, una 47enne nigeriana, con precedenti di polizia, identificata e arrestata ad aprile a Courmayer, avrebbe commissionato ad alcuni connazionali, dietro pagamento di una cospicua somma di denaro, l’incendio della baracca dove era ospite un’altra ragazza, sospettata di aver intrattenuto una relazione sentimentale con l’ex convivente della Potter. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la notte del 27 gennaio 2018, i malviventi avrebbero cosparso di benzina la baracca della “rivale” e avrebbero appiccato l’incendio, dandosi poi alla fuga. In pochissimo tempo, però, le fiamme si sono estese all’intero accampamento, distruggendo più di 200 baracche e causando, oltre alla morte di Becky Moses, gravi ustioni ad altre due persone. Presente anche la deputata pd Enza Bruno Bossio.
LUCANO: «UN GIORNO TRISTE» «Oggi – ha commentato Lucano –è un giorno triste. Avverto tante responsabilità anche dal punto di vista personale, ho l’impressione che a Riace non abbiamo fatto in modo di evitare che Becky andasse via. Qualcuno innamorato della burocrazia ha pensato bene di negarle di essere inserita nello Sprar a causa di una norma assurda. Noi, l’Occidente, obblighiamo questa gente a fuggire dall’Africa dopo che saccheggiamo i loro territori. Per questo – ha concluso il sindaco di Riace – mi sono tolto la fascia da sindaco e ho chiesto scusa. Tutto questo mi fa rabbia».
https://www.youtube.com/watch?v=Xxm31By7cRE&feature=youtu.be
BRUNO BOSSIO: «È MORTA PER COLPA NOSTRA» A Riace era presente anche la parlamentare pd Enza Bruno Bossio che afferma: «Posti come la vecchia tendopoli di S. Ferdinando non dovrebbero esistere affatto. Becky è morta per colpa nostra, di un decreto che io personalmente non ho votato, ma questo non mi assolve. Queste persone fuggono dal loro Paese alla ricerca di prospettive di vita migliore, non certo di emozioni. Fuggono da terre potenzialmente ricchissime che sono state sfruttate e continuano ad essere sfruttate da noi occidentali. Noi abbiamo il dovere di dare un’accoglienza, la più dignitosa possibile, rispettosa dei diritti umani, che rappresenti un valore aggiunto e garantisca lavoro e sviluppo anche ai calabresi come avviene a Riace e in tanti comuni calabresi. Porterò avanti, nel nome di Becky, la battaglia per un’accoglienza civile contro ogni regressione xenofoba che mostra il lato peggiore del nostro Paese».

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