CATANZARO Orgoglio e tradizione, coraggio e modernità, e poi il servizio e l’impegno, ai limiti del sacrificio, per la Calabria. È stata al solito intensa la festa al Comando Legione Carabinieri Calabria in occasione del 204esimo anniversario della fondazione dell’Arma. In una suggestiva penombra data dal passaggio tra il giorno e la sera i militari di stanza in Calabria hanno tracciato un bilancio della loro attività in quella che forse è la “trincea” più avanzata del fronte di guerra all’illegalità. Un bilancio positivo, secondo il comandante regionale dei carabinieri, il generale di Brigata Vincenzo Paticchio, che però ha subito alzato lo sguardo verso il futuro.
IL BILANCIO DEL COMANDANTE «Il 2017 e la prima metà del 2018 sono stati un periodo di enorme soddisfazione per un lavoro complesso che ci ha consentito di raggiungere importanti risultati», ha detto il generale Paticchio subito però precisando: «Questi risultati ci rendono fieri ma per noi sono già storia: comunque sono il motore per andare avanti e per migliorare il senso di legalità e di sicurezza che i cittadini calabresi giustamente pretendono». Il comandante della Legione Carabinieri Calabria ha poi ringraziato tutti i militari che operano nella regione – «donne e uomini pronti a qualsiasi sacrificio per adempiere al loro dovere, donne e uomini di straordinaria normalità, ed è questa la chiave del nostro successo» – sottolineando inoltre «la grande collaborazione con le istituzioni presenti sul territorio, con i prefetti, con l’autorità giudiziaria, con le altre forze dell’ordine e con tutte le altre componenti dello Stato». Prima dell’intervento di saluto del generale Paticchio sono stati illustrati i numeri della presenza dell’Arma nella regione, con 284 stazioni, 30 Compagnie, 3 gruppi, 5 Comandi provinciali e lo squadrone eliportato “Cacciatori”. E le principali operazioni condotte nel 2017 dai carabinieri in Calabria, soprattutto nel contrasto alla ‘ndrangheta e nella cattura dei latitanti: una ventina, i grandi “blitz” attuati dai cinque Comandi provinciali dell’Arma.
LA CERIMONIA E GLI ENCOMI La cerimonia ha inoltre registrato un momento particolarmente toccante, con la diffusione audio di un intervento del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso negli anni ’80 in Sicilia. Quindi il giuramento di 40 nuovi vicebrigadieri. E ovviamente gli encomi solenni a militari che si sono distinti per meriti particolari in quest’ultimo anno e mezzo: gli insigniti sono stati i carabinieri Antonio Macrì, Sebastiano Laera, Salvuccio Destro Pastizzaro protagonisti dell’arresto l’arresto di 4 presunti esponenti di una cosca ‘ndranghetista; Pasquale Mendicino, Nicola Giuliano, Salvatore Carbone, Angelo Sepe, Giuseppe Santoro, Vincenzo Raimondi per un’indagine che ha portato a un maxisequestro di droga; Angelo Esposito e Domenico di Stefano per l’arresto, nonostante fossero feriti, di un extracomunitario che minacciava di suicidarsi; Fabio Vincelli, Antonio Marchionna, Alessandro Pulignano, per l’arresto di quattro persone per reati ambientali; Annarosa D’Antuono, Giacomo Mazza, Giovanni Luca Gigliotti, Luca Loprieno, Vincenzo Strignile, Battista Spadafora, per l’arresto dell’autore di un barbaro omicidio; Agostino Sorrentino, Calogero Puleo, Raffaele Casuccelli per la cattura di un pericoloso latitante di ‘ndrangheta; Roberto Rossi per aver soccorso un motociclista rimasto gravemente ferito in un incidente; Salvatore Di Leo per aver soccorso due famiglie rimaste intrappolate da un incendio nonostante fosse libero dal servizio; Giuseppe Canino per aver condotto una complessa indagine sull’assenteismo in un pubblico ufficio. Alla celebrazione regionale dell’Arma dei carabinieri hanno partecipato le massime autorità civili, militari e religiose del territorio.
a. cant.
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