COSENZA Marco Perna è il capo dell’associazione che porta proprio il suo cognome. Non hanno dubbi Camillo Falvo e Domenico Assumma che ne chiedono la reclusione per 28 anni. Il gruppo criminale del figlio dell’ex boss, sostengono i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, controllava lo spaccio di sostanze stupefacenti all’interno della città di Cosenza. «Come hanno riferito i collaboratori di giustizia Silvio Gioia, Luca Pellicori, Vincenzo De Rose e Francesco Noblea – sostienene il pm Assumma – tutti i movimenti degli stupefacenti avvenivano per volontà di Marco Pierna».
Droga ma anche altri tipi di attività illecite, su tutte, le estorsioni. «Quello che è emerso nella fese istruttoria – dice il pm Camillo Falvo- ci spinge a ritenere che Marco Perna fosse il vero capo del “gruppo Perna”. Lo dimostrano i pagamenti che disponeva nei confronti dei suoi sodali, ma anche i metodi di organizzazione delle attività criminali che venivano condotte. Emblematica è l’intercettazione della moglie in cui riferisce che vorrebbe fare solo la mamma e fare la persona onesta». La requisitoria del processo Apocalisse non si ferma solo al presunto capo. Alla sbarra c’è tutto il gruppo, ed è per questo che la richiesta di pena per Pasquale Francavilla è di 22 anni. «Francavilla – aggiunge Falvo – si occupava dello spaccio sulla parte della costa tirrenica. Come hanno raccontato i collaboratori di giustizia fu proprio a causa sua che si verificò uno scontro con i fratelli Suriano di Amantea». La “guerra” fu evitata dall’intervento di “zio” Rinaldo Gentile. La vicenda venne raccontata dal collaboratore di giustizia Luca Pellicori. Lui uomo fidato di Perna, contabile oltre che amico d’infazia, il venerdì santo della Pasqua del 2016 decise di raccontare tutto alle forze dell’ordine. I motivi della collaborazione sono da individuare nella relazione che il suo ex amico e “capo” avrebbe intrattenuto con la moglie. Per Pellicori, la richiesta è di anni 3 e 6 mesi tenuto conto delle attenuanti date dala collaborazione di giustizia.
I MEMBRI DEL GRUPPO Oltre a Francavilla e a Pellicori ci sono altre due persone che in base alla ricostruzione dei due pubblici ministeri avevano un ruolo chiave all’interno dell’organizzazione. Sono Giovanni Giannone e Minieri Andrea, per loro la richiesta è di anni 25, 23. Il salto del fosso di Luca Pellicori rende necessaria la sua sostituzione. Il suo posto viene preso da Giuseppe Chiappetta per il quale viene chiesta la condanna di 17 anni. Ruoli minori erano invece ricoperti dagli altri. Per Alessandro Andrea Cairo sono stati chiesti 15 anni, per Riccardo Gaglianese 12 anni, per Danilo Giannone 11 anni, per Giuseppe De Stefanis 8 anni, per Ippolito Tripodi 12 anni, per Paolo Scarcello 12 anni, Francesco Scigliano 12 anni, per Giacinto Bruno 11 anni, por Ivano Ragusa 8 anni e 6 mesi, per Alessandro Ragusa 8 anni. A tutte questi imputati è contestata l’associazione dedita al narcotraffico. Inoltre per Andrea Delia la richiesta è di 3 anni e 8mila euro di multa, per Denis Pati 4 anni e 8mila euro di multa, per Domenico Caputo 4 anni e 30mila euro di multa, per Francesco Porco 5 anni e 40mila euro di multa e per Francesco Muto 3 anni e 8mila euro di multa.
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
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