REGGIO CALABRIA Anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, sfida il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che di concerto con il collega delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha chiuso i porti italiani, vietando l’attracco alla nave Aquarius con a bordo 629 profughi, fra cui bambini e donne incinte. La vicenda ha tenuto banco fino al pomeriggio, quando la Spagna si è offerta di accogliere i profughi. «C’è una nave in mezzo al Mediterraneo con 629 persone a bordo, fra cui 11 bambini e sette donne incinte, in condizioni molto precarie di salute – scrive su Twitter il primo cittadino – Di fronte a uomini, donne e bimbi che hanno bisogno di essere curati, la strategia non può essere quella di chiudere i porti senza un criterio. Lo diciamo chiaramente: anche oggi Reggio Calabria si rende disponibile ad accogliere chi salva vite umane in mezzo al mare». E poi puntualizza «Il nostro cuore è grande, più grande di chi vuole speculare senza un briciolo di umanità. Noi restiamo umani». L’iniziativa del sindaco Falcomatà segue quella degli omologhi di Napoli, Messina e Palermo, i cui sindaci si sono immediatamente resi disponibili ad accogliere i migranti soccorsi dalla Aquarius.
LUCANO: «PRONTI AD ACCOGLIERLI IN CAMBIO DI NULLA» Anche il sindaco di Riace Domenico Lucano si è detto pronto ad accogliere i migranti bloccati sulla Aquarius per la chiusura dei porti disposta dal ministro Salvini. «“Venivano per vivere al di là del mare ma noi li abbiamo respinti. Questa è la fine del mio incubo”. Sono le parole del regista Wim Wenders che rappresentano quello che stiamo vivendo come cittadini in questi giorni a proposito del mancato soccorso a 650 esseri umani in balia delle onde sulla nave Aquarius e di questa nuova barbarie di cui ci stiamo rendendo responsabili», è quanto sostiene il sindaco. «Come Italia e come Europa – aggiunge – stiamo facendo la stessa figura di quel comune dell’Emilia Romagna la cui comunità si è ribellata per otto donne che chiedevano accoglienza. A Riace ed in Calabria, ed in questo senso sono sicuro di interpretare il pensiero del presidente della Regione, Mario Oliverio, siamo pronti ad accogliere subito, in cambio di nulla, tutti i minori non accompagnati e le donne in stato di gravidanza che si trovano sulla nave Aquarius. Sono sicuro che la rete di solidarietà internazionale non ci lascerà da soli».
PUGLIESE: «SI STA PARLANDO DI VITE UMANE» Sulla stessa linea anche il sindaco di Crotone, Ugo Pugliese: «Premetto, opportunamente e doverosamente, che non siamo noi sindaci a decidere dove deve approdare una nave con migranti a bordo, ma tuttavia ci tengo a precisare che, se l’Aquarius dovesse attraccare nel porto di Crotone, come è sempre stato per tutte le imbarcazioni che sono sbarcate nella nostra città, troverebbe la giusta accoglienza, la mia piena solidarietà e vicinanza. Non soltanto in qualità di sindaco, ma anche e soprattutto come uomo ed essere umano. Non è accettabile infatti – afferma ancora Pugliese – che la politica, questa politica, passi sopra tutto e tutti, non tenendo conto che si sta parlando di vite umane, di gente disperata che attende di conoscere il proprio destino su di una nave in mezzo al mare. Parliamo di minori, di donne e bambini, che non possono, non devono essere usati per i propri scopi politici. Non sono d’accordo con la decisione ed il metodo adottati dal ministro degli Interni Salvini, ribadendo con forza e convinzione che in casi umanitari dove la vita ed i diritti dell’essere umano hanno la priorità su tutto, la politica passa assolutamente in secondo ordine».
SBARRA: «NON SI PUÒ NEGOZIARE SULLA VITA» L’epilogo della vicenda Aquarius «è un’ottima notizia, che tuttavia ci chiama a maggiore solidarietà e mette in evidenza un clima preoccupante sul tema immigrazione. Troppi tentennamenti accompagnano, in Europa, decisioni da cui dipendono vite umane e che non dovrebbero essere oggetto di negoziazione o comportamenti meno che umani». Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, intervenendo a Latina, a margine della inaugurazione dello Ial territoriale. «Dobbiamo dare risposte all’altezza di un continente come l’Europa e di un grande Paese democratico come l’Italia – ha aggiunto il sindacalista – risposte di integrazione, legalità, coesione. Vuol dire suonare la sveglia ad una Ue finora troppo egoista e incapace di ragionare su questo e tanti altri temi come una coesa comunità di popoli. Ma mentre ci battiamo a Bruxelles, non possiamo essere incoerenti dentro le mura domestiche».
La via, sottolinea ancora il numero due Cisl, «è quella di un sostegno umanitario innegoziabile e, successivamente, di un’accoglienza sostenibile, da costruire insieme alle Parti sociali su ogni territorio. Serve distensione, dobbiamo riportare il tema a un’analisi lucida e razionale, lontana dalla pancia e più vicina al cuore e alla testa della gente. Cominciamo con il ricordare le tante cronache che ci indicano come queste persone siano vittime ogni giorno di violenza, sfruttamento, caporalato, vero e proprio schiavismo, come dimostra da ultimo il tragico omicidio in Calabria di Sacko Soumaila. Ognuno deve assumere una quota di responsabilità un precorso che assicuri un governo equo e solidale dei fenomeni connessi all’immigrazione. L’Italia ha il dovere e l’opportunità di giocare un ruolo da protagonista in questa delicata fase».
a. c.
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