CATANZARO In Italia sono sempre più numerosi i Comuni rifiuti free, cioè quei Comuni dove la raccolta differenziata funziona correttamente, ma soprattutto dove ogni cittadino produce, al massimo, 75 chili di secco residuo all’anno, ovvero di rifiuti indifferenziati avviati a smaltimento.
Nel rapporto sui Comuni “ricicloni” diffuso da Legambiente va segnalato in positivo l’aumento dei Comuni rifiuti free al Sud: erano 43 (pari al 10%) lo scorso anno e oggi sono 76 (15%). In Calabria San Benedetto Ullano, nella provincia di Cosenza, è in alto nella classifica Comuni Rifiuti Free di Legambiente per quanto riguarda i comuni sotto i 5000 abitanti. Nella classifica calabrese dei comuni tra i 5000 e i 15000 abitanti troviamo in cima Casali del Manco sempre nella provincia di Cosenza. Su 404 comuni calabresi 10 risultano nella classifica Rifiuti Free, «una percentuale ancora bassissima – secondo Legambiente – che deve far riflettere le istituzioni, la classe dirigente politica regionale e degli enti locali sui ritardi e le cause connesse. I Comuni devono sentire il dovere e l’obbligo di portare l’attuale sistema di gestione dei rifiuti sempre di più verso l’economia circolare. Tale aspetto è fondamentale, le amministrazioni locali sono le uniche in grado di indirizzare i propri concittadini verso pratiche virtuose di prevenzione, raccolta e riciclo. È importante però che tali azioni siano inserite in un contesto di normative regionali e nazionali e di piani d’ambito che sostengano questa direzione, prevedendo gli strumenti necessari come la tariffazione puntuale, sistemi di premialità per sfavorire il conferimento in discarica e incentivare il recupero di materia, la raccolta porta a porta e serie politiche di riduzione della produzione dei rifiuti. Al tempo stesso gli amministratori possono, attraverso scelte consapevoli e obbligatorie (come il Green Public Procurement), incidere in maniera significativa sulla diffusione dei ri-prodotti e nello sviluppo di una vera e propria economia circolare, scelta ancora più urgente vista anche la chiusura del mercato cinese all’importazione dei rifiuti».
«Nella nostra Regione – si legge ancora nella nota dell’associazione – sono ancora gravi e colpevoli i ritardi che si stanno registrando nonostante l’approvazione del piano regionale dei rifiuti. Auspichiamo che l’ennesima proroga appresa dalla stampa sul fatto che la Regione si dice pronta ad accogliere la richiesta dei Comuni calabresi che avevano sollecitato la proroga di sei mesi dei termini per il passaggio definitivo delle competenze in materia di rifiuti serva a meglio definire la programmazione e le scelte responsabili da assumere e non sia un altro giro a vuoto per poi ritrovarci ad inizio anno con ancora un nulla di fatto. Ognuno si assuma le proprie responsabilità. La Calabria deve voltare pagina in maniera decisa e coerente sul ciclo integrato dei rifiuti».
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