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Reggono le accuse ai Mancuso-Di Grillo, restano in carcere in 4
Il gip di Vibo non ha convalidato il fermo dei 6 indagati per l’autobomba che ha ucciso Matteo Vinci a Limbadi, ma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare. Tornano in libertà Rosina Di Grillo e…
Pubblicato il: 29/06/2018 – 12:12
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Il gip di Vibo Valentia Gabriella Lupoli si è pronunciato riguardo al fermo disposto dalla Dda di Catanzaro lo scorso lunedì (qui e qui i dettagli) nei riguardi di Rosaria Mancuso, Domenico Di Grillo, Lucia Di Grillo, Vito Barbàra, Rosina Di Grillo e Salvatore Mancuso.
Il giudice per le indagini preliminari non ha convalidato il fermo ma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare disponendo il carcere per quattro dei sei imputati: Rosaria Mancuso (foto), 63 anni, e il marito Domenico Di Grillo (71), la figlia Lucia Di Grillo (29) e il genero Vito Barbàra (28), accusati a vario titolo di avere organizzato l’attentato con autobomba che il 9 aprile ha ucciso Matteo Vinci, 42 anni, e ferito gravemente Francesco Vinci, padre del giovane. I quattro indagati, difesi dall’avvocato Giuseppe di Renzo, sono accusati dei reati più gravi: omicidio, tentato omicidio, tentata estorsione, e una serie di violazioni in materia di armi. Il fermo nei loro confronti non è stato convalidato per mancanza di pericolo di fuga.
Escono dal carcere, invece, Rosina Di Grillo (38 anni), difesa dall’avvocato Giovanni Marafioti, e Salvatore Mancuso (46), difeso dall’avvocato Francesco Schimio, accusati del reato di tentata estorsione. Nel loro confronti il fermo non è stato convalidato per mancanza di gravi indizi di responsabilità.
Il giudice per le indagini preliminari non ha convalidato il fermo ma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare disponendo il carcere per quattro dei sei imputati: Rosaria Mancuso (foto), 63 anni, e il marito Domenico Di Grillo (71), la figlia Lucia Di Grillo (29) e il genero Vito Barbàra (28), accusati a vario titolo di avere organizzato l’attentato con autobomba che il 9 aprile ha ucciso Matteo Vinci, 42 anni, e ferito gravemente Francesco Vinci, padre del giovane. I quattro indagati, difesi dall’avvocato Giuseppe di Renzo, sono accusati dei reati più gravi: omicidio, tentato omicidio, tentata estorsione, e una serie di violazioni in materia di armi. Il fermo nei loro confronti non è stato convalidato per mancanza di pericolo di fuga.
Escono dal carcere, invece, Rosina Di Grillo (38 anni), difesa dall’avvocato Giovanni Marafioti, e Salvatore Mancuso (46), difeso dall’avvocato Francesco Schimio, accusati del reato di tentata estorsione. Nel loro confronti il fermo non è stato convalidato per mancanza di gravi indizi di responsabilità.
Alessia Truzzolillo a.truzzolillo@corrierecal.it
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