Nella querelle sorta a seguito dell’intervento di Mimmo Lucano presso una scuola reggina su invito della direttrice scolastica dell’istituto, trovo lo stimolo per una breve riflessione non solo politica ma anche e soprattutto civica.
Premesso che, l’ho già detto altrove, per parte mia istituirei l’insegnamento obbligatorio dell’accoglienza e del “lucanesimo” facendolo diventare materia di studio in tutte le scuole di ordine e grado, ritengo che la decisione della dirigente scolastica di invitare Mimmo Lucano a tenere una lezione agli studenti sia stata sbagliata o, perlomeno, inopportuna.
Ciò per due ordini di motivi.
Innanzitutto la “lezione” – come tutti gli interventi esterni al personale docente – doveva servire esclusivamente ai ragazzi ma, a giudicare dal clamore che ne è seguito, possiamo senza dubbio affermare che è diventata più che altro un’azzeccata (concediamo il dubbio della involontarietà e della buona fede) iniziativa mediatica utile a Mimmo Lucano – sia oggi che per i suoi programmi futuri – e gli effetti che ne sono seguiti erano ampiamente prevedibili.
In secondo luogo, pur non contestando la coraggiosa scelta della dirigente scolastica in senso assoluto, non si può fare a meno di rilevare che la stessa dirigente scolastica è anche assessore politico della giunta comunale di Reggio Calabria e ciò solo basterebbe e soverchierebbe per ritenere che in questa vicenda abbia finito per prevalere la connotazione politica su quella formativa.
Questioni di opportunità, ovvio, ma che in politica contano e pesano come macigni.
Voglio essere ancora più chiaro: non contesto la scelta di ospitare Lucano; finanche la circostanza che egli sia attualmente indagato dalla magistratura locrese – pur rappresentando un problema – sembra quello minore.
Il suo intervento didattico diventa assolutamente inappropriato non tanto a causa delle sue grane giudiziarie ma in ragione del ruolo politico della dirigente scolastica nell’ambito del centrosinistra reggino.
Se così è, appaiono del tutto grotteschi gli appelli alle dimissioni dell’assessore, perché ad essere oggetto di discussione in questa storia non è il suo ruolo politico, esercitato sapientemente e intelligentemente, quanto quello didattico che è certamente estraneo alle competenze dell’opposizione.
*avvocato, già candidato alla segreteria regionale del Pd
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