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«In Cittadella i manager non sono tutti uguali»

Tre delibere di giunta contestate dal Csa-Cisal: «La riorganizzazione ha provocato la decadenza di due direttori generali. Zinno, invece, si è “salvato”». I dubbi sull’attribuzione di nuovi “poteri…

Pubblicato il: 15/01/2019 – 11:09
«In Cittadella i manager non sono tutti uguali»

CATANZARO «Le regole non sono uguali per tutti. Nella loro applicazione capita che il destinatario sia più forte di qualsiasi prescrizione che invece non dovrebbe essere selettiva bensì essere rispettata senza distinzioni di sorta». E «alla Regione Calabria – si legge in una nota del sindacato Csa-Cisal – queste “discriminazioni” possono avvenire a vari livelli, ma a quanto pare non risparmiano nemmeno i più alti vertici dell’apparto burocratico: i dirigenti generali. Sembreranno tecnicismi ma a quelle latitudini della Cittadella la forma è sostanza. Le norme si piegano a seconda degli interessi».
TRATTAMENTO DIFFERENZIATO Tra luglio e settembre dell’anno scorso alcune strutture dei dipartimenti regionali hanno subìto delle modifiche organizzative che ne hanno ridisegnato l’assetto funzionale. È accaduto con la delibera di giunta n. 312 del 13 luglio che ha rimodulato il Dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane” (e in parte il Segretariato generale). È successo pure nella seduta dell’esecutivo del 24 settembre con ben due atti. La delibera n. 421 ha profondamente riformato la struttura organizzativa del Dipartimento “Ambiente e Territorio” (con l’aggiunta di “Urbanistica”) e la delibera n. 423 ha attribuito al Dipartimento “Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità” numerose funzioni prima in capo alla soppressa Autorità di Bacino regionale (Abr). «Nonostante le lampanti analogie fra i tre atti amministrativi – evidenzia il sindacato –, solo le prime due delibere (correttamente) hanno disposto la modifica del regolamento vigente sulle strutture della giunta regionale producendo una serie di effetti (che a breve vedremo), mentre la terza (quella del Dipartimento Infrastrutture Lavori Pubblici e Mobilità) si è limitata ad una riduttiva presa d’atto dell’assunzione di nuove funzioni. Un trattamento differenziato che si fatica a comprendere alla luce della normativa vigente».
LA DECADENZA DEI DIRETTORI GENERALI, TRANNE UNO «Rimodulare competenze e attribuzioni delle strutture della Giunta regionale non è solo cipria e mascara – osserva il Csa-Cisal –. Ad esempio, un nuovo settore sarà sottoposto ad una nuova pesatura, ai fini degli obiettivi del piano performance (guarda caso riallineato a dicembre a seguito delle delibere in questione) e a nuova valutazione del rischio, per il piano della prevenzione della corruzione. E poi ci sono tutti gli altri atti di adeguamento dell’organigramma e funzionigramma dei dipendenti. Il dirigente del settore interessato – continua la nota
, – decade dal ruolo (se assume funzioni aggiuntive) perché l’incarico gli era stato conferito per capacità che potrebbero non essere sufficienti a svolgere ruolo con nuovi poteri. Di conseguenza l’Amministrazione dovrà rivalutare successivamente quale profilo sarà il più coerente con la struttura modificata. Lo stesso effetto di decadenza si estende ai direttori generali del Dipartimento dei settori coinvolti dalle modifiche. Tuttavia, tornando alle tre delibere della Giunta regionale, l’efficacia caducatoria della riorganizzazione sull’incarico di direttore generale è stata riconosciuta solo per il dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane” e “Ambiente e Territorio”, ma non anche per il dg di “Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità”. Negli atti dell’esecutivo si legge chiaramente che i primi due manager interessati, Bruno Zito e Orsola Reillo, sono decaduti dall’incarico ma non lo stesso è avvenuto per Luigi Zinno. Quest’ultimo peraltro è stato, qualche mese dopo, coinvolto nell’inchiesta “Lande Desolate” che ha travolto l’Ente regionale».
LA REGGENZA À LA CARTE Zito e Reillo sono decaduti da direttori generali dei rispettivi Dipartimenti e ne hanno assunto la reggenza. «Tra incarico “pieno”, “ad interim” e “reggenza” c’è una bella differenza – spiega il Csa-Cisal –. Tant’è che Zito, in forza di una successiva delibera di Giunta alla riorganizzazione (la 320 del 19 luglio) ha perso l’interim sia del Dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane” e sia l’altro, che allora guidava, di “Tutela della Salute”. Poiché la reggenza è un istituto che si contraddistingue per l’assoluta temporaneità dell’incarico giusto per preservare l’attività amministrativa, proprio lo stesso Zito è stato, come noto, sostituito più tardi al dipartimento di “Tutela della Salute” con la nomina di Antonio Belcastro. La Reillo, invece, a seguito della delibera di settembre che includeva la sua decadenza, ha avuto la reggenza dei dipartimenti “Ambiente e Territorio” e “Urbanistica” (incarico affidato l’11 ottobre) per cui è stato bandito un avviso interno rivolto ai dirigenti. Quindi, dopo una procedura pubblica. Da tutto questo è stato esentato invece Luigi Zinno che, nonostante la rimodulazione del suo Dipartimento è stato preservato inspiegabilmente dalla Giunta che ha deciso di non far scattare la sua decadenza e magari successivamente all’avvio di valutazione comparativa del nuovo possibile dg. Ciò – scrive il sindacato CSA-Cisal – ci sembra: un’indebita elusione delle regole e, per di più, una discriminazione ingiustificata fra direttori generali».
LEX SPECIALIS PER (L’EX) DIRIGENTE LAVORI PUBBLICI La delibera 423 che individuava il Dipartimento “Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità” quale struttura che ingloba le funzioni spettanti alla soppressa Autorità di Bacino regionale (ABR) viene messe in dubbio dal sindacato. «Innanzitutto – precisa il Csa-Cisal – il trasferimento di competenze presuppone la modifica del regolamento delle strutture della Giunta, ma colpevolmente nell’atto dell’esecutivo non se ne fa cenno. E francamente non si capisce come sia possibile dato che all’ABR erano riconosciute dalle stesse leggi e regolamenti regionali non meno di dieci importanti funzioni. Elemento che non ha mancato di rilevare neppure un’autorevole dirigente di settore della Cittadella con una lettera protocollata a dirigenti e assessori. Dal Piano Stralcio dell’Assetto Idrogeologico – il famoso PAI –, a vari adempimenti sulla tutela delle acque fino ad altri pareri ed autorizzazioni. Questo significa che “l’entità funzionale” del dipartimento diretto da Zinno si era notevolmente ampliata. E proprio per questa ragione, come avvenuto per Zito e Reillo, doveva decadere e la Giunta avrebbe poi dovuto provvedere alla sua rivalutazione. Facciamo un esempio: inizialmente un dipendente viene ritenuto idoneo a svolgere un’attività che incorpora una sola funzione. Se poi, in un secondo momento, alla struttura che guida sono affidate altre funzioni (o addirittura altre 10, come nel caso di Zinno), occorre applicare l’effetto caducatorio e valutare la “congruenza” delle sue competenze rispetto all’incarico su cui sono confluite più attribuzioni (magari con più complicanze) rispetto a quello originario. Cosa che nel caso del direttore generale del Dipartimento “Lavori Pubblici e Mobilità” non è avvenuta».
DELIBERA TRAVAGLIATA «Da quanto appreso fra i corridoi della Cittadella – spiega ancora la nota –, la storia di questa delibera è stata a dir poco travagliata. Prova ne è il fatto che l’originale della proposta deliberativa includesse proprio l’effetto di decadenza da direttore generale di Zinno, analogamente a quanto avvenuto nelle altre due circostanze documentate. Peccato, però, che pare il documento sia stato respinto dalla responsabile dell’Anticorruzione e dal Segretario generale poiché a loro avviso il dipartimento “Lavori Pubblici e Mobilità” non assumeva alcun nuova funzione. E allora – si chiede il sindacato – che senso ha avuto adottare la stessa delibera con cui vengono “attribuiti” i compiti prima svolti dall’ABR? E come mai un dirigente di settore, proprio del Dipartimento interessato, ha quantificato in 10 le funzioni aggiuntive incorporate dallo stesso? Vuoi vedere che la Pre-Giunta (organo non formale che anticipa le riunioni ufficiali dell’esecutivo regionale) non ha preso coscienza di tutte queste considerazioni?».
CHIARIMENTI NECESSARI Per fugare ogni dubbio il Csa-Cisal ci rivolgiamo innanzitutto all’assessore al Personale: «Dovrebbe chiedere spiegazioni alla responsabile dell’Anticorruzione e al Segretariato generale (che vigilano sulla regolarità formale degli atti della Giunta) perché mai sembra siano state cambiate le carte in tavola rispetto ai due atti precedenti identici. Perché quel trattamento differente per l’allora dirigente dei Lavori Pubblici e Mobilità? Forse l’espunzione del rischio di decadenza faceva comodo a qualcuno? Forse doveva portare a termine qualche lavoro? Il dg del Personale, lo stesso Zito, che era decaduto per atto analogo, firmando la delibera in questione non ha notato la probabile difformità del provvedimento finale? E sull’aspetto tecnico delle funzioni dell’ABR chiediamo conto anche all’assessore delegato alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici che ha controfirmato l’atto. Consapevoli – chiosa il sindacato CSA-Cisal – che per i membri della Giunta il rispetto delle regole e la loro uniforme applicazione sia una loro prerogativa. E non può essere svilita da qualche mano lesta e, forse, impastata».

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