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In Calabria la mostra inedita sulle incisioni di Rembrandt

Dal 25 gennaio al 24 marzo Palazzo Arnone ospita le opere di uno dei massimi pittori del ‘600. Il fiore all’occhiello è “La stampa dei 100 fiorini”

Pubblicato il: 24/01/2019 – 18:06
In Calabria la mostra inedita sulle incisioni di Rembrandt

COSENZA L’uomo, il genio e l’artista sono condensati magnificamente nella mostra d’arte “Rembrandt. I cicli grafici e le sue più belle incisioni”, organizzata dall’associazione N.9 negli spazi dello storico Palazzo Arnone di Cosenza. Un omaggio al pittore olandese a 350 anni dalla morte attraverso la copiosa produzione delle sue incisioni grafiche. Un aspetto straordinariamente attuale di uno dei maggiori artisti del ‘600 che con la sua tecnica ancora oggi influisce su chi si approccia allo studio delle arti grafiche. Mai una collezione così completa di Rembrandt è stata esposta in terra calabra, una prima volta non solo dal punto di vista espositivo ma anche prettamente didascalico, basti pensare alla possibilità di vedere dal vivo “La stampa dei 100 fiorini”, il vero fiore all’occhiello della mostra e un reperto artistico del pittore olandese di grande pregio conosciuto anche con il nome di “Cristo Guarisce gli ammalati”. In base alle ricostruzioni storiche i “100 fiorini” è l’equivalente battuto durante la vendita d’asta, una cifra considerevole e che conferma quanto Rembrandt negli anni si sia accreditato nell’intero panorama artistico europeo nonostante non avesse mai lasciato l’Olanda. Le incisioni sono distribuite in tre sale differenti di Palazzo Arone. Ognuna ne riprende l’epoca artistica. Nella prima ci sono gli esordi ritrattisti con le piccole incisioni come “Autoritratto con Saskia” e “Rembrandt con cappello morbido e ricamato”. La prima parte della mostra è dedicata alla gioventù del pittore quando, appena ventenne, dipinge i primi ritratti e perfeziona la sua tecnica. Si passa poi alla parte dedicata ai dipinti biblici. Una produzione in cui Rembrandt è fortemente condizionato dalla educazione della chiesa riformata olandese a cui apparteneva il padre, ma anche dalla chiesa cattolica a cui apparteneva la madre. Le incisioni sono tutte improntate sulla rappresentazione del pentimento come “Davide in preghiera”. Rembrandt rappresenta anche il rigore e il pentimento della carne, trasportando su tavola gli alti e bassi della sua vita e lasciando in eredità all’intera umanità una rappresentazione storca aderente alla realtà in modo fedele. La produzione biblica di Rembrandt è composta anche da opere come “La tunica di Giuseppe consegnata a Giacobbe” come descritto nel capitolo 37 del libro della Genesi, ma anche “La deposizione della Croce”. In ultimo, la mostra si conclude con un’ampia esposizione dei mendicanti. Incisioni di povertà e uomini comuni, persone nei confronti dei quali l’empatia dell’autore ha permesso di realizzare delle opere d’arte capaci di ipnotizzare e commuovere qualsiasi visitatore. La mostra è arricchita anche dalla riproduzione fedele dell’ultimo studio di pittura di Rembrandt in Olanda, datato 1963. Per poi passare alla sala dedicata alle tele provenienti dall’Olanda. Riproduzioni fedeli dell’opera che attraverso la retroilluminazione diventano fedeli agli originali.
PALAZZO ARNONE VOLANO DI CULTURA «Questa è una nostra che definisco anche provocatoria –ha dichiarato la direttrice del polo museale della Calabria Anna Cucciniello-. Perché deve generare nuovi spunti di riflessione non solo artistica a chi la visita». Insieme nel corso della preview della mostra, visitabile dal 25 gennaio al 24 marzo, anche l’ex direttrice Angela Accordon che prima di lasciare l’incarico con i fratelli Tedesco dell’associazione N.9 ha curato tutta la fase di gestazione della mostra.
«Non c’è sono la parte artistica – spiegano i due curatori della mostra, Alessandro Mario e Marco Toscano –. Abbiamo predisposto anche una fase laboratoriale per le scuole in modo tale da permettere un approccio concreto alla tecnica dell’incisione». A battezzare l’apertura della mostra il critico d’arte Paolo Levi. «Cosenza è una città che ospita sculture di grande pregio – ha dichiarato –. Una città che si muove e che è attenta alle dinamiche artistiche. Rembrandt non è diverso da altri, l’uomo prescinde da dove nasce. Il vero artista non ha delimitazioni geografiche. Stiamo parlando di un artista che affronta le difficoltà della vita perché è figlio di un mugnaio. 350 anni fa abbiamo perso l’uomo, ma non il genio, le sue opere rimangono eterne».

Michele Presta
m.presta@corrierecal.it

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