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Immigrazione, don Ciotti tuona contro «l’emorragia di umanità»

Il fondatore di Libera a Catanzaro si sofferma sul dramma della baraccopoli di San Ferdinando: «Non si vogliono trovare soluzioni, è una vergogna»

Pubblicato il: 25/01/2019 – 19:07
Immigrazione, don Ciotti tuona contro «l’emorragia di umanità»

CATANZARO Sui temi dell’immigrazione «non si vogliono trovare delle soluzioni». Lo ha detto il fondatore e presidente di “Libera”, don Luigi Ciotti, parlando con i giornalisti a margine di un’iniziativa dell’associazione antimafia a Catanzaro. «Uso una sola parola: vergogna. La vergogna di un’Europa nella quale – ha detto don Ciotti – i Paesi fondatori giocano a scaricabarile sul tema e sulla pelle degli immigrati. Vergogna anche del nostro Paese. Amiamo l’Italia, ma nei fatti poi troviamo baraccopoli in condizioni disumane come a San Ferdinando. Quando si vuole, si possono governare i processi: la politica – ha aggiunto il presidente di “Libera” – deve governare i processi che accompagnano la storia di persone che arrivano da lontano. Ci sono anche buone leggi, volute dal basso, come la legge contro il caporalato e il lavoro nero, sulla carta sono delle buone leggi, poi però è necessario che dalla carta diventino vita e concretezza. Oggi le leggi devono tutelare i diritti delle persone e non il potere e invece abbiamo leggi che garantiscono il potere di qualcuno a scapito delle persone, leggi – ha rilevato don Ciotti – fatte quasi per la caccia disperata di un consenso». Secondo il fondatore di Libera «oggi c’è un’emorragia di umanità e anche di memoria nel nostro Paese, perché ci siamo dimenticati anche la nostra storia di migranti. Ci vuole allora una rivoluzione delle coscienze. Ad alcuni ragazzi stamattina ho augurato di essere dei lottatori di speranza, perché – ha concluso – significa lottare per la vita, e i nostri maestri sono i poveri, gli ultimi, i migranti con la loro tenacia. Dobbiamo fermarci a riflettere».
A Catanzaro don Luigi Ciotti ha partecipato alla tappa conclusiva della “carovana”, dal titolo “Idee in viaggio”, organizzata da “Libera” per presentare l’esito di una ricerca sulla percezione della mafia e della corruzione in Calabria, “carovana” che oggi è stata anche a Corigliano-Rossano per la nascita del presidio dell’associazione dedicato a Mario Congiusta. Confrontandosi con numerosi giovani di Catanzaro, don Ciotti ha evidenziato come sia «importante avere cittadini responsabili, non cittadini a intermittenza. È importante che oggi si facciano meno convegni e meno manifestazioni, ma ci sia più concretezza per la cultura, la scuola, l’università, il sostegno alle famiglie, le politiche giovanili, la lotta alla povertà e alle diseguaglianza e il tema del lavoro. La società civile è chiamata ad assumersi sempre di più la propria parte di responsabilità, e una società civile responsabile deve lottare perché le istituzioni facciano la loro parte. Il cambiamento che sogniamo e desideriamo ha bisogno di ciascuno di noi, e noi – ha proseguito il presidente di “Libera” – dobbiamo essere parte di questo cambiamento. Questi presidi che nascono e mettono insieme associazioni, studenti, cittadini, esponenti della Chiesa sono belli in quanto fanno capire che c’è la voglia di mettersi in gioco, perché nel nostro Paese c’è il rischio della rassegnazione, il rischio di dare per scontato che le cose non cambieranno mai. Invece dobbiamo tirare fuori un po’ più di forza, passione, impegno, assumendoci come cittadini, associazioni e gruppi la nostra parte di responsabilità». A parere di don Ciotti, infine, «l’antimafia è un problema di coscienza e di responsabilità, non è una carta di identità che si usa a seconda delle circostanze. E non facciamo neppure della legalità un idolo, una bandiera che tutti sventolano ma che rischia di restare parola astratta mentre deve diventare parola di vita, che vuol dire lavoro, cultura, educazione, servizio per la gente».

a. cant.

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