Sono paradisi fiscali all’italiana. Comuni nei quali è veramente difficile che qualcuno becchi i cittadini che evadono i tributi locali e li costringa a pagarli. La probabilità è prossima allo zero. E la Calabria ha qualche rappresentante eccellente nella classifica. I risultati emergono dall’inchiesta di Fq Millennium, il mensile diretto da Peter Gomez in edicola da sabato 9 febbraio, sulla mancata riscossione dei tributi locali (Imu, Tasi, Tari, imposta su pubblicità e sulle insegne, addizionale Irpef…), «il cui buco complessivo – si legge nel “lancio” sul Fatto quotidiano.it – ha raggiunto nel 2017 (ultimi dati disponibili) i 9,8 miliardi di euro. Le cifre ufficiali relative al 2017 dalla banca dati Bdap/ministero del Tesoro, fornite dalla Corte dei conti, hanno permesso fra l’altro al mensile di elaborare le classifiche dei Comuni capoluogo peggiori e migliori nella riscossione di quanto dovuto».
La maglia nera Avellino, attualmente commissariato, che raccoglie appena il 55,26% dell’accertato (25,237 milioni su 45,667), ma subito dopo c’è Reggio Calabria (57,2%, con 72,025 milioni su 125,918). Davanti a una situazione pregressa non certo rosea, l’inerzia nella riscossione dei tributi non è certo una buona notizia.
Tra i Comuni del Centro Nord, nei dieci peggiori ci sono Latina, Livorno, Lodi, Macerata e Viterbo. La classifica dei virtuosi è guidata invece da L’Aquila (che incassa il 98,98% dei 36, 336 milioni accertati), seguita da Trento (98,69%) e Isernia(94,91%).
Tra i piccoli “paradisi fiscali” calabresi si distingue (si fa per dire) il municipio di San Lorenzo Bellizzi, in provincia di Cosenza, che ha riscosso solo 9.495 euro di imposte e tasse su oltre 113 mila euro accertati, ma per sua fortuna lo Stato gliene ha elargiti 308 mila. Una performance fra le peggiori d’Italia. E Guido Castelli, delegato Anci alla Finanza locale e sindaco di centrodestra di Ascoli Piceno, spiega a Millenium. «Spesso questi fenomeni si verificano nelle aree più povere del Paese, ma altrettanto spesso il tributo non è richiesto con sufficiente efficacia». Dietro i buchi, insomma, a volte si nasconde la ricerca del consenso. Tanto i debiti, prima o poi, li pagheremo tutti.
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