COSENZA La firma in calce al decreto è quella del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Prevede l’assunzione a partire dal 2020 di 1511 ricercatori universitari. La copertura finanziaria è stata individuata nell’ultima legge di bilancio, per cui adesso altro non si aspettava che il provvedimento da parte del dicastero dell’Istruzione. Di questi posti, alcuni sono riservati anche agli atenei calabresi. In particolare, all’Università della Calabria spetteranno 21 posti, 10 invece sono riservati per gli aspiranti ricercatori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e 9 invece toccheranno all’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Quaranta posti in totale che dovranno essere ricoperti dai vincitori dei bandi gara per il triennio 2020-2023.
All’Unical la copertura finanziaria per i posti di ricerca è pari a 1 milione e 231mila euro. Cifre che si riducono, al pari dei posti, per Catanzaro (586mila euro) e Reggio Calabria (469mila euro). Il Campus di Arcavacata è in termini assoluti la quinta università del Sud Italia per posti a disposizione. Prima dell’ateneo di Rende ci sono, infatti, l’Università di Catania, quella di Bari, il campus di Salerno e l’Università di Messina. Il numero maggiore di ricercatori spetta a La Sapienza di Roma (83), poi all’Alma Mater di Bologna (79) e alla Federico II di Napoli (64).
COME SI ASSEGNANO I POSTI Non è discrezione del Miur l’assegnazione dei posti di ricerca da destinare ai vari atenei. Nel decreto pubblicato sul portale del Ministero, infatti, si può leggere come il numero di assegnazioni tiene conto di due parametri fondamentali. Il parametro numerico tiene conto sia del numero di docenti in servizio nell’università, sia del numero di studenti in corso e delle borse di studio di dottorato. L’altro parametro è quello qualitativo. Questo indicatore tiene conto della qualità della ricerca e del numero di ricercatori a tempo determinato che sono in possesso dell’abilitazione scientifica nazionale.
IL MINISTRO «I nuovi posti – ha dichiarato il ministro (in quota Lega) Bussetti – consentiranno a molti giovani di inserirsi in un percorso che li vedrà impegnati in attività di ricerca e di insegnamento con il passaggio, dopo tre anni, al ruolo di professore associato. Sono 206 posti in più rispetto al Piano attuato dal precedente Governo». Per il ministro l’assunzione a tempo determinato di oltre 1000 ricercatori rappresenta «un segno concreto di quell’azione di rilancio del sistema universitario che vogliamo avviare a partire proprio dai giovani. Questa – ha concluso – è una misura che va letta insieme agli altri provvedimenti che abbiamo adottato per aumentare il numero di assunzioni nelle Università: dopo molti anni si torna a reclutare oltre il normale turn over».
mi. pr.
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