LAMEZIA TERME I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro e del gruppo di Lamezia Terme, coordinati dal procuratore della Repubblica di Lamezia, Salvatore Curcio, e dal sostituto procuratore Alberto Cianfarini, hanno dato esecuzione a un provvedimento cautelare personale (arresti domiciliari) e decreto di sequestro preventivo per un importo pari a poco meno di 4,7 milioni di euro, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lamezia Terme Emma Sonni.
Nello specifico, si tratta della misura disposta nei confronti di Vincenzo Torchia, di 51 anni di Lamezia Terme, già consulente finanziario della banca Fideuram di Lamezia Terme, arrestato per truffa aggravata e autoriciclaggio.
Lo stesso, individuato dalla guardia di finanza in seguito a numerose denunce di ignari risparmiatori – che dietro la promessa di lauti guadagni nel breve periodo consegnavano al promotore finanziario ingenti somme di denaro, in contanti e/o in titoli di credito –, avrebbe omesso di trasmettere alla banca Fideuram gli ordini di investimento dei clienti, rilasciando a questi, allo scopo di fare apparire valide le condizioni del rapporto finanziario intrapreso, false rendicontazioni. Torchia, poi, avrebbe indotto in errore i clienti dell’istituto di credito promettendo loro presunte operazioni finanziarie vantaggiose (il Corriere si era occupato del caso qui).
DECINE DI TRUFFATI, BONIFICI IN REGNO UNITO E CIPRO L’apparente serietà professionale del broker, creata in una prima fase mediante la pubblicizzazione degli stessi inconsapevoli primi clienti, ha attratto nuove vittime, circa 68, al fine di farsi consegnare ingenti somme di denaro da impiegare in fittizi investimenti che, invece, lo stesso promotore provvedeva a versare su conti correnti a lui riconducibili, accesi inizialmente presso la stessa Fideuram e un altro istituto di credito e, successivamente, mediante numerosi bonifici in uscita, verso piattaforme di intermediazione bancaria estere, con sede nel Regno Unito e a Cipro, di fatto polverizzando in numerosi conti esteri le somme di cui era entrato indebitamente in possesso, ostacolando, in tal modo, l’individuazione della provenienza delittuosa.
Da ciò è emerso che l’ex promotore finanziario si sarebbe procurato un ingiusto prezzo del reato per un ammontare complessivo di oltre 6,6 milioni di euro, di cui 4.685.491,47 di euro quale profitto netto, con conseguente danno di pari ammontare alle persone offese. Tale importo è stato sottoposto a sequestro preventivo da parte dei reparti delle fiamme gialle.
I NOMI DEGLI INDAGATI Le ulteriori investigazioni svolte dai militari della guardia di finanza, coordinati dalla Procura, arricchite dall’ausilio delle attività tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché dalle indagini finanziarie sui conti correnti, hanno peraltro consentito di ipotizzare l’esistenza di un’associazione per delinquere, nell’ambito della quale Torchia, insieme ad altri due soggetti lametini, sfruttando la politica risarcitoria adottata dall’istituto di credito, avrebbe predisposto false pratiche di risarcimento, mediante l’artata compilazione di fraudolenti contratti di investimento, al fine di ottenere indebitamente il rimborso di una somma quantificata in circa 250mila euro.
Complessivamente sono stati denunciati dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme sette persone responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, truffa, autoriciclaggio e favoreggiamento. Oltre a Vincenzo Torchia, per cui sono stati disposti i domiciliari, gli altri indagati sono: Santo Mario Adamo (72enne di Decollatura), Gianluca Condina (50enne di Lamezia), Ottavio Estini (59enne di Lamezia), Cinzia Bruno (46enne di Catanzaro), Ida Rosa Condina (37enne di Lamezia), Pasquale Torchia (82enne di Lamezia).
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