di Antonio Cantisani
CATANZARO Per quanto calato in un pieno clima elettorale, quello delle Europee (e non solo le Europee…), il consiglio comunale di Catanzaro scivola via senza particolari sussulti. Nonostante un’astinenza lunga quasi un mese, stavolta l’assemblea cittadina rivela una politica catanzarese piuttosto sonnacchiosa, poco incline a litigare per file interne (alla maggioranza di centrodestra) ed esterne.
La decisione dei capigruppo di “riorganizzare” i lavori consiliari in modo da evitare interventi “fiume” e “sfogatoio”, slegati dal contesto e ripetitivi, al tirar delle somme finisce con il “narcotizzare” il dibattito in aula, che si snoda tranquillo, a parte qualche “squillo” che comunque non fa sobbalzare dalle sedie. Il consiglio comunale comunque scrive, agli inizi di seduta, anche qualche bella pagina, come l’omaggio commosso al direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni, illustrato da Nicola Fiorita di “Cambiavento”, e al già consigliere comunale e provinciale Pino Nania, scomparsi nei giorni scorsi, e come la mozione a sostegno di Radio Radicale, della sua voce libera e innovativa, della sua straordinaria opera di divulgazione dei lavori parlamentari e dell’«enorme giacimento culturale» rappresentato dal suo sterminato archivio: a promuovere la mozione in favore dell’emittente è il sindaco Sergio Abramo, che riceve l’ok di tutti i capigruppo e dell’aula intera.
Quindi, la pratica più importante, il rendiconto di gestione per l’esercizio 2018, relazionata dallo stesso Abramo, che cita i dati più significativi: il risultato di amministrazione al 31 dicembre 2018 pari a 78,8 milioni, il patrimonio netto pari a 197 milioni e il fondo di dotazione a 35,5 milioni.
«Il Comune di Catanzaro – rileva il sindaco – ha rispettato i vincoli di finanza pubblica in termini di rispetto del saldo obiettivo del pareggio finanziario. La situazione non è rosea per i tagli continui ai trasferimenti statali, ma – aggiunge Abramo – abbiamo i conti in ordine: propongo comunque al Consiglio una battaglia da condurre insieme per una più equa redistribuzione dei trasferimenti statali, perché Catanzaro è stata penalizzata negli anni anche per il peso relativo della sua classe politica».
L’OPPOSIZIONE Critiche al rendiconto dall’opposizione, in particolare da Gianmichele Bosco di “Cambiavento”, per il quale il provvedimento 2018 «manifesta la mancanza di programmazione e le difficoltà dell’amministrazione comunale, evidenti nella drastica riduzione delle entrate e nel rischio di un aumento incontrollato dei debiti fuori bilancio». Alla fine comunque il rendiconto passa a maggioranza . Ci si aspetta che a questo punto decolli il dibattito politico, ma così non sarà, anche per l’assenza – fisica – del “dissidente” di maggioranza Giovanni Merante e per l’assenza – verbale – di uno dei big dell’opposizione come Sergio Costanzo di “Fare”, che in genere accende il fuoco ma stavolta non prende la parola per tutta la durata del consiglio comunale.
A suscitare qualche spunto polemico è la pratica relativa al regolamento sull’uso dei locali del Comune per matrimoni e unioni civili: ci si accapiglia sulla gratuità o meno della concessione della Sala concerti, e alla fine ci si accorda per un atto di indirizzo alla giunta per una tariffazione simbolica, la più bassa possibile. Qualche passaggio degli interventi viene riservato alla visita del leader della Lega Matteo Salvini in città, con il consigliere di centrodestra Demetrio battaglia che esprime «rammarico perché un ministro avrebbe meritato ben altra accoglienza». Battaglia viene “ripreso” dal pubblico, dalle cui fila qualcuno ricorda che «Salvini è stato a Catanzaro come capo di un partito», e da Fiorita, che invita il collega a «scrivere un documento congiunto da inviare a Salvini per protestare contro le offese pronunciate dal leghista nei confronti di tanti catanzaresi e calabresi».
LE COMMISSIONI La discussione si impenna e – un po’ – si infiamma quando, anche su sollecitazioni altrui, interviene il sindaco Abramo, che chiarisce alcuni aspetti di vicende che nelle scorse settimane hanno fatto molto discutere, come un presunto no alla presenza dei dirigenti nelle Commissioni: «La mia preghiera – spiega il sindaco – è stata quella di riunire le commissioni dopo le 17 per evitare che, nel corso della mattinata, i dirigenti sottraggano tempo i lavori e alle scadenze a cui sono chiamati, così come spesso costretti a rallentare per rispondere interrogazioni a volte pretestuose». Parole che suscitano la garbata ma ferma opposizione del capogruppo di S&D, Roberto Guerriero, per il quale «così si delegittima la politica e il ruolo dei consiglieri comunali, ai quali chiedo un sussulto perché noi siamo amministratori e non tecnici e il nostro ruolo è quello del controllo e dell’indirizzo», e ancora di Fiorita, che chiede al sindaco e al presidente del consiglio comunale Marco Polimeni «come intendano organizzare i lavori delle commissioni, visto che sul tema le posizioni espresse sono tante e diverse tra loro».
A dare manforte ai due big dell’opposizione è tuttavia, dai banchi della maggioranza, il presidente della prima commissione, Antonio Mirarchi, del gruppo “Catanzaro da Vivere”, espressione delle posizioni di Piero Aiello e Baldo Esposito: «In questo modo non possiamo lavorare al meglio», dice Mirarchi, che si asterrà su una pratica disallineandosi dal centrodestra. Una “miccia” che raggiunge il capogruppo di “Officine del Sud”, Giuseppe Pisano, fedelissimo del capogruppo forzista alla Regione, Claudio Parente: «Catanzaro da Vivere è un alleato prezioso ma forse è arrivato il momento di un chiarimento interno perché – rimarca Pisano – ci sono troppe schegge impazzite».
Sembra il preludio alla bagarre ma non è così, perché la seduta di chiude senza scossoni. Che poi è una novità, a pensarci bene. (redazione@corrierecal.it)
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