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Lucano: «Il mio primo voto? Al partito di Impastato…»

Intensa intervista a “Piazzapulita” del sindaco di Riace simbolo dell’accoglienza. «Aiutare un solo essere umano a sopravvivere dà senso a tutta una vita. La deriva disumana nasce prima dell’arrivo…

Pubblicato il: 16/05/2019 – 23:13
Lucano: «Il mio primo voto? Al partito di Impastato…»

di Antonio Cantisani
«Aiutare un solo essere umano a sopravvivere dà senso a tutta una vita». Così il sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano in un’intervista a “Piazzapulita” su La7. Prima dell’intervista, condotta dal giornalista Corrado Formigli, scorrono le immagini degli striscioni contro Salvini, che vengono subito rimossi, e dello striscione di Forza Nuova contro Lucano all’Università La Sapienza di Roma, mai rimosso. Si vedono poi le immagini di Lucano che entra nella sala stracolma della “Sapienza” per la sua lezione mentre la platea intona “Bella Ciao”: «Mi aspettavo questa accoglienza», dice Lucano rispondendo alla prima domanda di Formigli. «Quando vedo sondaggi mi sembra assurdo che si possano scegliere soluzioni di disumanità», aggiunge Lucano.
«ANCHE IN GERMANIA DICEVANO ”PRIMA I TEDESCHI”…» Il simbolo planetario dell’accoglienza prosegue: «”Prima gli italiani” è stato un sistema costruito sul piano mediatico per creare una società che si fonda sulla paura e sulla disumanità, e questo favorisce una politica che parla alla pancia e non guarda gli ideali: le nuove generazioni non possono essere l’espressione di questo disagio. Riace, proprio perché fa parte di una terra con grandi problemi, dimostra praticamente il contrario. Chi ha voluto creare questo sistema di oppressione del modello Riace e dell’idea che ci sta dietro – osserva Lucano – si è basato su una rappresentazione, “Prima degli italiani”, che è solo uno slogan, che Riace in qualche modo sconvolge perché la società del futuro deve fondarsi sul rispetto degli altri e non sull’odio, che è pericoloso. Anche in Germania dicevano così: prima i tedeschi degli ebrei… Questo scontro tra le persone provoca solo una profonda tristezza. Non c’è alcuna sostituzione etnica in quello che abbiamo fatto: il messaggio che voglio trasmettere è che non ci sono differenze tra gli esseri umani».
«UNA DERIVA NATA PRIMA DI SALVINI» A questo punto, viene trasmesso un reportage di “Piazzapulita” che riprende il salvataggio di alcuni migranti in mare, reportage che emoziona, visibilmente, Lucano. «Aiutare un solo essere umano, come un bambino, a sopravvivere dà senso a tutta una vita. Quello che sta accadendo in Italia – spiega il sindaco di Riace – è inverosimile, si fa una propaganda politica sulla pelle delle persone. Mi dispiace che questa situazione sia iniziata prima dell’arrivo dell’attuale ministro dell’Interno, qualcuno ha aperto la strada a questa deriva di disumanità e di fascismo. L’Occidente doveva pensarci prima: siamo stati noi ad andare lì per impoverire quei territori, per imporre le logiche del neoliberismo: chi viene da noi non lo fa per libera scelta, ha solo una possibilità, intraprende questi viaggi della speranza e che invece sono della disperazione». Un passaggio Lucano lo riserva anche alle prossime elezioni comunali in programma a Riace, alle quali è candidato come consigliere comunale: «C’è sempre questo legame con l’utopia che ci ha accompagnato in questi anni, perché era impensabile che un piccolo luogo del Sud diventasse icona mondiale di un altro mondo possibile, questa è Riace». E ancora: «Il messaggio che voglio trasmettere è che l’opera pubblica più importante che abbiamo realizzato in questi anni non si vede, non è materiale, non è come si può immaginare in un classico bilancio di legislatura: è quella di avere accolto esseri umani in fuga dalle guerre e dalla miseria, questa è la più grande opera pubblica che abbiamo mai fatto. Facendo così – rimarca con orgoglio Lucano – abbiamo anche assecondato un istintivo atteggiamento dell’animo, ma al tempo stesso fatto anche i nostri interessi, per questo Riace stravolge il paradigma “Prima gli italiani».
«QUANDO VOTAI IL PARTITO DI IMPASTATO…» Lucano, sollecitato da Formigli, torna anche sulla fiction suil “modello Riace per la Rai”, fiction ancora bloccata. «Posso dire una cosa?», dice Lucano davanti alle telecamere di “Piazzapulita”. «Secondo me proprio quella fiction ha fatto preoccupare molti, perché dimostrava che a Riace è possibile e quindi è possibile ovunque. Questo l’ho pensato un giorno a Cinisi, dov’ero stato invitato e dove c’è una storia e una sofferenza che il cuore mi porta sempre là: la prima volta che ho votato – rende noto il sindaco di Riace – ho votato per Democrazia Proletaria e per Peppino Impastato. Perchè là c’è stato un film, i “100 passi”, che ha fatto conoscere al grande pubblico – io già lo conoscevo – Impastato, e allora diventa un eroe, un martire. Io non ero morto, perché le mafie oggi hanno altre strategie per infangarti e opprimerti, però quella fiction mi avrebbe reso un eroe con un messaggio politico da trasmettere, quello del riscatto sociale degli ultimi, perché i rifugiati non sono altro che i nuovi proletari».
LA CARTA D’IDENTITA’ DI BECKY Il conduttore di “Piazzapulita” chiede a Lucano se ritiene di aver fatto degli errori, con riferimento all’inchiesta che lo sta coinvolgendo. «Probabilmente – risponde Lucano – sono stato a volte al limite, a volte le leggi non sono coerenti con la Costituzione e soprattutto con il rispetto dei diritti umani. Sono consapevole che potevano esserci anomalie amministrative o formali, ma non con intenzione o secondi fini, sul caso dei matrimoni, che non ci sono stati e non c’è nulla di illegale, non c’era alcun interesse economico. Questo aspetto dei matrimoni è arrivato a Riace in un momento particolare, quando con il decreto Minniti-Orlando si riducevano le possibilità di avere il riconoscimento dello status per le donne, soprattutto le nigeriane. Diventavano persone invisibili. C’era una ragazza, Becky Moses, che il 22 dicembre 2017 venne al Comune di Riace per rinnovare la carta d’identità che aveva smarrito, gliel’abbiamo rinnovata: mi ha detto che voleva andare via perché aveva avuto due dinieghi, e non sceglie il matrimonio ma di andare nella baraccopoli di San Ferdinando, dove sarebbe morta. Questo per dire l’effetto di leggi ingiuste e commissioni disumane. Becky è morta carbonizzata: vicino c’è quella carta di identità con la mia firma. Ho detto: meno male che c’era questo riconoscimento della sua identità di essere umano. A parte che non ci sono stati matrimoni, il mio interesse era per gli ultimi del mondo».
«RIACE DEVE CONTINUARE» L’intervista a “Piazzapulita” è alle battute finali. «Mi manca Riace, soprattutto questo esilio mi pesa nell’anima, mi opprime, è come non essere una persona libera. Io ci ho messo l’anima. C’è una rete internazionale di solidarietà, c’è una fondazione che si sta sforzando di far sopravvivere la mission dell’accoglienza. Riace deve continuare, la mia speranza è questa», conclude Lucano che annuisce quando Formigli gli chiede di tornare «quando sarai assolto».

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