di Pablo Petrasso
CATANZARO La somma stanziata per la gara è stabilita «apoditticamente» in un milione di euro. Tanto costerà alla Regione lo studio di fattibilità sull’ospedale di Cosenza. Il governatore Oliverio – sottolinea la Procura di Catanzaro – quella cifra vorrebbe ripartirla anche su altri finanziamenti nel Catanzarese e nel Reggino (perché «preoccupato solo di una eventuale polemica politica») ma lo stanziamento finisce a rimpolpare una spesa che attira le attenzioni degli inquirenti. Con indagini che lambiscono studi professionali, ingegneri e colossi delle costruzioni come Cmc (Cooperativa muratori e cementisti), la coop rossa che si è aggiudicata i lavori della metroleggera e – attraverso l’instancabile lavorio di Rocco Borgia, suo referente per gli affari in Calabria – pare molto interessata anche al futuro della sanità cosentina.
L’interesse per il nuovo ospedale è piuttosto diffuso, anche in settori della burocrazia regionale che sarebbero, in teoria, estranei alla sua realizzazione. Giorgio Lo Feudo, direttore generale di Ferrovie della Calabria, e il dirigente regionale Luigi Zinno – entrambi indagati nell’inchiesta Passepartout – sono preoccupati di «evidenti irregolarità» e, dalle loro conversazioni, «si evince l’esigenza di incontrare il presidente della Regione al fine di condividere» con lui «le criticità rilevate nel bando e concordare gli accorgimenti da assumere per proseguire nella realizzazione dell’opera pubblica».
Gli step burocratici vengono analizzati dai consulenti della Procura, ma le intercettazioni fanno emergere rapporti che i pm di Catanzaro considerano «collusioni e accordi illeciti finalizzati a ottenere un’aggiudicazione in favore del raggruppamento (pre)scelto» da quella che l’accusa ritiene – considerazione ridimensionata dal giudice per le indagini preliminari – la “cricca” degli appalti.
L’attenzione degli inquirenti viene attirata da due figure: Arturo Veltri, «già consulente della Regione Calabria nonché consulente esterno del ministero dell’Ambiente che ha un rapporto di conoscenza diretta con Zinno» e Rocco Borgia, «intermediario per conto di Cmc». Borgia («sono strapagato da Cmc e devo eseguire gli ordini», dirà in una intercettazione) si interfaccia con Veltri e lo definisce «uno potente a Cosenza, uno di quelli che contano». I contatti tra i due continuano nei giorni che portano alla gara per l’aggiudicazione dello studio di fattibilità.
LA RIUNIONE STRATEGICA C’è, poi, una riunione – risale al 26 maggio 2016 – che i pm definiscono «significativa». Vi partecipano Borgia e Giulio Marchi, il referente dello studio che si aggiudicherà il lavoro, nella sede di Sviluppo srl. In questo incontro, si legge nella richiesta di applicazione di misure cautelari, «emerge apertamente l’interesse economico di Borgia rispetto ai fondi stanziati dalla Regione Calabria per l’ospedale di Cosenza, laddove lo stesso afferma che “… la Regione Calabria è molto interessante perché ha qualche miliardo di euro da spendere…”». I tre interlocutori (oltre a Borgia e Marchi è presente un’altra persona non indagata), poi, «in riferimento alla gara d’appalto per la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza, chiariscono i profili delle due società individuate per portare avanti gli interessi del gruppo, ovvero la Steam srl e lo Studio Altieri spa, definite “corazzate”».
Nel prosieguo dei discorsi, per la Procura, si fa «esplicito riferimento ai metodi da adottare per la realizzazione del loro progetto finalizzato all’aggiudicazione dello studio di fattibilità e alla successiva gestione dell’intero ammontare dei fondi atteso che “… gli step sono tutti collegati…”».
LO SCHEMA IPOTIZZATO DALLA PROCURA «Dall’attività di intercettazione – sottolineano i magistrati – emerge come la logica sottesa alle scelte di partecipazione alla gara risulti quella di far aggiudicare lo studio di fattibilità (prima) e la progettazione-esecuzione (dopo) a società di progettazione “collegate” che, dunque, si avvicenderanno solo formalmente (tra il primo e il secondo bando), essendo invece sostanzialmente riconducibili a una medesima cordata quale unica “squadra di impresa realizzatrice”. Si ragiona, quindi, dell’idea di far aggiudicare l’appalto alla Steam srl la quale, non potendo partecipare agli appalti per i lavori successivi, si impegnerà a indicare nella fase di studio di fattibilità tutte le condizioni necessarie per la successiva fase di progettazione ed esecuzione in senso favorevole alla “cordata” pre-individuata. La Steam srl dovrà ricevere come contropartita la possibilità di realizzare un tornaconto economico (evidentemente in termini di lavori in subappalto) nella fase successiva». In effetti, è la Steam ad aggiudicarsi la gara.
Non è tutto. Infatti «un ulteriore dato fornito dall’intercettazione attiene alla concreta possibilità manifestata dagli indagati di avvicinare i componenti della commissione giudicatrice. È Borgia ad affermare che “… noi ci siamo in commissione, che lo paga lo studio di ingegneria, e questo è, appena io ho il nominativo mando l’sms…”».
PER IL GIP NON BASTA Anomalie evidenti per la Procura ma non per il gip di Catanzaro, che segnala irregolarità nella procedura che, tuttavia, «non consentono di ravvisare situazioni finalizzate a “modellare” la gara in modo da indirizzare la scelta verso il soggetto che poi sarà designato utilizzando schemi volutamente insospettabili all’esterno». Anche le conversazioni tra Zinno e Oliverio, per il giudice, «non evidenziano situazioni di illegalità finalizzate al turbamento della gara». E neppure il collegamento tra le aziende che partecipano “in cordata” alla gara, secondo il gip, avrebbe «avuto un impatto concreto» nell’ambito della procedura di gara.
«VOGLIAMO SOLTANTO L’OSPEDALE» La “collaborazione” tra Cmc e professionisti calabresi, comunque, dovrebbe addirittura allargarsi, stando alle intercettazioni. Perché, per i pubblici ministeri, Cmc si offre di fornire supporto «nei progetti della Sila e del porto di Diamante». Borgia ci tiene a chiarire che il suo “gruppo” non ha intenzione di monopolizzare il mercato: «Vogliamo soltanto l’ospedale», dice. E si propone di organizzare l’arrivo del presidente della cooperativa rossa per aprire un tavolo che possa mediare tra il governatore Oliverio e il sindaco di Cosenza Occhiuto. Già, perché le Grandi opere cosentine rischiano di segnare il passo davanti allo scontro politico tra i due Mario, che non appaiono d’accordo su nulla. Né (all’epoca) sull’opportunità di realizzare la metroleggera (Occhiuto era contrario, a quei tempi), né sul sito in cui costruire il nuovo ospedale (Oliverio indicava e indica via Popilia, Occhiuto l’area tra viale della Repubblica e contrada Muoio Piccolo, scelta sottoscritta di recente anche dal consiglio comunale).
LA BORGHESIA COSENTINA Borgia la fa (forse) un po’ troppo facile: «Il nostro presidente verrà con la scorta, perché lui cammina con la scorta, già psicologicamente quando vedranno che arriverà con la scorta si cominceranno a spaventare». E forse sottovaluta lo scontro tra i due livelli istituzionali. Dimostra, però, di conoscere bene Cosenza: «A Cosenza, a differenza del resto della Calabria, ci sono stati sempre i potentati, c’è la borghesia illuminata, ora un po’ meno, hanno avuto sempre ‘sta borghesia illuminata, grandi magistrati, grandi avvocati, grandi medici, i due rettori più importanti dell’università a Roma sono di Cosenza, il Bambin Gesù è di Cosenza». Di certo il consulente di Cmc conosce bene parte della classe politica bruzia. In una intercettazione, la deputata del Pd Enza Bruno Bossio lo informa sugli sviluppi della gara sull’ospedale. È il 15 giugno 2016. «Allora, studio Altieri, Mithos e Thema, però studio Altieri dovrebbero riammetterlo», dice la parlamentare. (p.petrasso@corrierecal.it)
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