CASTROVILLARI Il Parco nazionale del Pollino sbarca a New York con il Peperoncino Jazz Festival (nella foto: John Patitucci e Kenny Barron durante il festival dello scorso anno a Castello Svevo). «Abbiamo accolto, in questo senso – afferma il presidente dell’ente, Domenico Pappaterra – l’invito dell’Associazione culturale Picanto di Castrovillari, da un ventennio impegnata nell’organizzazione di eventi culturali di portata nazionale ed internazionale di presentare il nostro territorio, le bellezze naturalistico paesaggistiche e storico artistiche, nonché le eccellenze enogastronomiche ai cittadini della Grande Mela (e americani in genere), nell’ambito della prima sessione newyorkese del Peperoncino Jazz Festival in programma da oggi a domenica 26 maggio». «In occasione degli 11 concerti in programma – è detto ancora nel comunicato – nel corso all’interno di location, sia istituzionali (come il Consolato Generale d’Italia, l’Istituto Italiano di Cultura e l’Istituto di Commercio Estero), sia private come la Casa Italiana Zerilli-Marimò, la New York University Steinhardt, il Birdland Jazz Club e la Rizzoli Bookstore on Broadway, il festival calabrese, che da anni rappresenta uno degli eventi musicali più importanti e caratteristici d’Italia, metterà il Parco del Pollino in bella mostra. Verranno, infatti, proiettati video promozionali del territorio e delle attività che si possono svolgere alle associazioni di italiani e calabresi presenti a New York, ci saranno incontri-meeting informativi e di promozione del territorio del Parco del Pollino con i partner e gli stakeholder della Grande Mela e saranno fatti degustare gratuitamente prodotti tipici calabresi, tra cui i vini delle Tenute Ferrocinto; il tutto al fine di stimolare un incoming turistico ispirato al ritorno alle origini. “Come esplicitamente previsto nel Piano della Performance predisposto per il triennio 2019/2021 – afferma Pappaterra – si sta lavorando nella direzione di promuovere e sviluppare il cosiddetto ‘Turismo Genealogico’ (altrimenti detto ‘Turismo delle Origini’), settore del turismo culturale in grande crescita, che si sostanzia nell’incentivare lo sviluppo della domanda di quei turisti, al giorno d’oggi in verità sempre più numerosi, che decidono di intraprendere un viaggio per andare alla ricerca delle proprie radici». «Si tratta – prosegue Pappaterra – di un nuovo modo di compiere viaggi, dunque, mirati alla scoperta dei propri antenati e dei loro discendenti che magari vivono dall’altro capo del mondo. Un viaggio all’indietro nel tempo per vivere l’esperienza e l’emozione di ricostruire e rivivere la storia dei propri antenati, di capire le circostanze sociali e storiche della loro vita, dei territori e dei luoghi, degli ambienti, degli eventi e delle relazioni che possono aver avuto un significato particolare, che possono aver segnato la loro esistenza, le loro scelte, e il destino di coloro che sono arrivati dopo».
x
x