CATANZARO «Ho letto con molta attenzione la lettera aperta che l’ex commissario per l’attuazione del Piano di rientro nella sanità calabrese, Massimo Scura, ha scritto ai parlamentari espressione della nostra regione. Non mi ha certamente sorpreso la schiettezza, tutta da apprezzare, con cui Scura ha bollato il “Decreto Calabria” ritenendolo “fondato su tre bugie”». È quanto afferma, in una nota, il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. «Ritengo che le parole dell’ex commissario – aggiunge – proprio perché si tratta di vicende che conosce da molto vicino, debbano essere prese in seria considerazione. Ed è per questo motivo che chiedo ai parlamentari calabresi, e in particolare a quelli a Cinquestelle, che fanno parte dello stesso movimento del ministro alla Salute, di chiarire cosa hanno da dire sul tema». «Spiegare, ai sindaci, che sono le massime autorità sanitarie sul territorio – afferma ancora Abramo – ma soprattutto ai cittadini, cosa abbia spinto il governo a varare il Decreto Calabria. E questo perché i dati più recenti, come per esempio i Lea relativi all’anno 2018, certificati dalla stessa Regione, hanno superato il valore di 161 sotto il quale era lecito attendersi misure correttive: se l’attivazione dei livelli essenziali di assistenza ha rispettato i parametri previsti dalla legge è chiaro che viene meno una delle condizioni ritenute fondamentali per il varo del Decreto Calabria».
«Sarebbe poi molto grave – dice il sindaco di Catanzaro – se trovasse conferma l’affermazione di Scura sul ritardo con cui le aziende del comparto avrebbero inviato al ministero della Salute i flussi relativi ad alcuni servizi sanitari degli anni scorsi. Le domande poste dall’ex commissario, e cioè se l’abbiano fatto in maniera dolosa, sono assolutamente legittime».
«Ancora, gli altri dati evidenziati da Scura – segnala Abrampo – riguardano il disavanzo e la mobilità extra-regionale: preferisco sorvolare sul fatto che l’ex commissario abbia giustamente ricordato come Oliverio, ai tanti tavoli dei contenziosi con altre Regioni, non si sia mai visto, ma soprattutto sarebbe il caso che i parlamentari di maggioranza, magari confrontandosi col proprio ministro, spazzassero via i dubbi anche su questi aspetti che poggiano, è bene ricordarlo, su numeri messi nero su bianco». «Non vorrei che Scura – conclude – avesse ragione quando sostiene che il Decreto è solo “una camicia di forza” costruita ad arte per applicare sulle poltrone la targhetta del governo”».
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