di Roberto De Santo
CATANZARO «Nessun tipo di rischio per il territorio calabrese». L’ingegner Domenico Pallaria, direttore generale del dipartimento Presidenza con delega ad interim alla Protezione civile, rassicura su eventuali ripercussioni su quanto accaduto a Stromboli dove una forte esplosione dovuta ad un’eruzione del vulcano ha rilasciato grossi lapilli che sono finiti anche in mare nel Tirreno. Da qui il timore per la formazione di qualche onda anomala con ricadute anche sul versante calabrese. «Abbiamo contattato immediatamente la centrale operativa nazionale della Protezione civile – spiega Pallaria – per comprendere la dimensione dell’episodio e capire se potesse avere qualche riflesso anche sul nostro territorio. Ma abbiamo avuto ampie rassicurazioni che l’episodio, per quanto violento, resta circoscritto all’area dove è avvenuto. Per cui ci è stato spiegato che non si è provveduto ad emettere nessuna prescrizione specifica per il versante calabrese». Ricordiamo l’episodio si è registrato nel pomeriggio di mercoledì quando una colonna eruttiva alta due chilometri ha scosso l’Isola uccidendo un escursionista e seminando panico tra i tanti turisti e i residenti soprattutto nella zona di Ginostra. Una circostanza che in qualche misura ricorda il 30 dicembre del 2002 quando a causa di un’altra eruzione – ma di intensità maggiore – un costone del cratere dello Stromboli finì in mare creando un allarme tsunami anche lungo le coste calabresi. «In questo caso – tiene a precisare Pallaria – non c’è nulla di tutto questo. Ovviamente continuiamo a monitorare la situazione rimanendo costantemente in contatto con la centrale operativa nazionale». (r.desanto@corrierecal.it)
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