LAMEZIA TERME Oliverio sarà pure stato scaricato dal Pd nazionale ma non si sente «fuori corsa». Chiede che a decidere sul prossimo candidato governatore siano i calabresi, «perché così avviene in tutte le regioni». E ha un messaggio per Nicola Zingaretti dopo il passaggio nell’intervista ad Agorà (qui il servizio) in cui il segretario nazionale dem gli ha chiesto un passo indietro. Al capo del suo partito chiede «rispetto» perché «noi abbiamo lottato e continuiamo la lotta contro la mafia in prima linea, e di questo sono orgoglioso». Ai cronisti ha detto di ritenere «che Zingaretti sia stato informato male e condizionato chiaramente in queste valutazioni. Quello che più mi ha colpito – ha spiegato – è che, quando questa giornalista (la conduttrice di Agorà) ha posto la questione alterando la realtà – perché ha parlato di settori del Pd e del capogruppo del Pd coinvolti in una vicenda di mafia – il segretario non abbia stoppato la domanda per dire che non ci sono settori del Pd, né con riferimento al capogruppo del Pd né con riferimento al presidente della Regione, oggetto di procedimenti giudiziari che riguardano la ‘ndrangheta». Il pensiero del Pd è stato riallineato da Oddati (potete leggerlo qui), ma il passaggio televisivo del capo politico del suo partito ha urtato la sensibilità politica di Oliverio. Che non ha, comunque, intezione – almeno per il momento – di intraprendere alcun percorso che non passi dall’esplorazione della volontà dei calabresi. E in questo ha detto di non essere solo. «Quello che più mi soddisfa – ha spiegato – è che ci sono stati numerosi interventi, la stragrande maggioranza, che hanno posto il problema di una decisione che passi attraverso la partecipazione democratica, chiedendo che siano i calabresi a decidere, chiedendo che – pur valutando le osservazioni di Oddati, Graziano e dal segretario Zingaretti – non si impedisca ai calabresi di esprimere la loro volontà».
https://www.youtube.com/watch?v=L5Zs09AGgwQ&feature=youtu.be
Le forme per fare partecipare i calabresi «si trovano, le primarie sono quelle più consone». Oliverio, per tornare su uno dei leitmotiv della riunione a Lamezia, spiega di non aver mai fatto «questioni di ordine personale, ragiono in rapporto a un progetto che abbiamo messo in campo per mettere la Calabria sul binario del futuro, non senza resistenze e difficoltà, perché abbiamo messo in discussione interessi e assetti di potere consolidati nel corso di decenni. L’unica mia preoccupazione è che non si ritorni indietro ma che ci si proietti in avanti. La mia dunque non è una valutazione di ordine personale ma una valutazione di ordine politico».
«Soprattutto – ha sottolineato – sul versante del contrasto all’illegalità e alla criminalità ci siamo spesi in modo determinato, e le stesse vicende giudiziarie non sono mai riconducibili a rapporti o a condizionamenti con organizzazioni di criminale, mafioso, ‘ndranghetistico, né per quanto mi riguarda né per quanto riguarda il capogruppo del Pd alla regione Sebi Romeo, che, come ha rilevato lo stesso procuratore di Reggio Bombardieri, è fuori da rapporti con la cosca Libri oggetto di un’operazione giudiziaria nella quale Romeo è stato ingiustamente coinvolto».
La sua valutazione sulle inchieste che lo coinvolgono è già nota: «Altre questioni sono state già in parte oggetto di verifiche della magistratura giudicante: la Cassazione ha già avuto in modo di dire con chiarezza che per quanto riguarda “Lande Desolate” c’è stato nei miei confronti un chiaro pregiudizio accusatorio, il gip ha poi avuto modo di chiarire riguardo a un’altra iniziativa giudiziaria (l’inchiesta Passepartout, per la quale la Procura di Catanzaro aveva chiesto una misura cautelare per il governatore, misura non accordata dal giudice per le indagini preliminari, ndr), e sull’ultima, quella che ha portato a un sequestro fino a 95mila euro, abbiamo tutti gli elementi per dire che si tratta di un equivoco, perché a Spoleto abbiamo promosso la Regione, non il presidente». Il ringraziamento a Oddati «per avere finalmente evidenziato le cose positive da noi fatte» è soltanto il preludio per una stoccata al Pd, che «in questi anni è stato assolutamente assente».
Riguardo alle considerazioni sul clima e sul rapporto “sentimentale” con i calabresi, Oliverio crede che «a dire se è stato interrotto e spezzato un rapporto devono essere i cittadini. Ecco perché voglio che si vada dai calabresi, non lo dico perché devo fare prove muscolari o numeriche: si vada dai calabresi e si verifichi ciò che dicono. Mi sembra che altre forme non ce ne siano, nessun soggetto e nemmeno un istituto di sondaggi può fare questa valutazione perché si deve valutare in rapporto a persone che si mettono in campo. Ma allo stato non ce ne sono, allo stato c’è Oliverio che ha dichiarato di mettersi in campo, ma altre candidature non ce ne sono state. Se ci sono vengano, poi si vada dai calabresi, dagli iscritti, non c’è bisogno di chissà quali forme». (acant)
x
x