LAMEZIA TERME «Quello che avviene oggi in decine di piazze della nostra regione, piene di studenti e lavoratori, non può passare inosservato ma è monito per i nostri amministratori anche dei piccoli centri di periferia che si può fare tanto per fermare il cambiamento climatico in atto e che interessa tutti». Così Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria commenta il terzo sciopero globale per il clima di venerdì 27 settembre che sta coinvolgendo soprattutto gli studenti della regione. «Occorre mettere da subito in campo – prosegue – iniziative utili per ribaltare il paradigma dello sviluppo ad ogni costo che ha comportato il consumo di suolo e di risorse naturali con conseguenze devastanti per i territori anche della nostra regione. Basti pensare all’erosione della costa che ha cambiato la geografia dei nostri litorali distrutti da colate di cemento e che ora sono divenuti un problema anche per la tenuta della già ridotta rete infrastrutturale calabrese. Senza annoverare le disastrose conseguenze di anni di cattiva gestione del territorio collinare e montano che tanti lutti hanno provocato a seguito di frane e dissesti idrogeologici».
«Sono tutti campanelli d’allarme inascoltati – afferma ancora Russo – che qualcosa era già mutato nell’ambiente che ci circonda e che ci avrebbe dovuto portare ad invertire la marcia. Ora non c’è più tempo ed a ricordarcelo sono i milioni di studenti che stanno manifestando in tutto il mondo ma anche qui in Calabria in nome del loro diritto ad avere un futuro». «Per questo come Cisl – afferma ancora Russo – ci schieriamo senza alcun tentennamento al fianco dei nostri giovani per gridare assieme al loro che un’altra strada esiste per lo sviluppo dei territori e passa attraverso principi ormai non più rinviabili quali la sostenibilità, l’ecocompatibilità e la consapevolezza di qualsiasi intervento che interessa direttamente o indirettamente il territorio e l’ambiente che lo circonda. Da tempo sosteniamo che occorrono investimenti importanti soprattutto al Sud, in Calabria per evitare lo scempio dei territori, per impedire il depauperamento delle risorse che qui, più che in altri luoghi costituiscono l’elemento essenziale per progettare un futuro diverso per le nuove generazioni».
«Penso al mare con le sue enormi potenzialità di attrazione turistica – evidenzia il segretario generale – che va preservato dal rischio di inquinamento e di erosione delle coste. Ma penso anche al valore della montagna che esiste nella regione e che troppo spesso non la si considera risorsa su cui puntare in termini di turismo ecosostenibile”. “Ma per imprimere una svolta nelle strategie di sviluppo della regione – sostiene ancora Russo – occorre rivisitare gran parte delle politiche finora adottate puntando ad esempio al recupero dei borghi e dell’edilizia residenziale già esistente senza generare nuovo consumo di suoli. Così come ad azioni per preservare il territorio dal rischio idrogeologico che incombe soprattutto sulla Calabria e ad interventi tesi a mettere in sicurezza gli edifici da eventuali eventi catastrofici come i terremoti. Ma anche ad iniziative tese al risparmio energetico e allo sviluppo di nuove tecnologie a basso impatto ambientale da adottare nei processi produttivi del sistema delle aziende e della pubblica amministrazione calabrese. Processi che creerebbero sono sicuro le condizioni per generare occupazione nuova e di qualità».
«Non c’è dubbio allo stesso modo però – conclude Russo – che per fronteggiare l’emergenza climatica che interessa tutti occorrerà un cambiamento in ognuno di noi nei modelli comportamentali che quotidianamente mettiamo in essere. Solo così potremmo contribuire attivamente ad arrestare un processo degenerativo che al momento sembra ineluttabile e mette a rischio la qualità della vita stessa delle generazioni future».
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