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Crotone, ricorso al Tar contro l'ampliamento della discarica di Columbra

Wef, Forum Terzo settore, associazioni e cittadini chiedono l’annullamento dell’ordinanza contingibile e urgente del governatore Oliverio

Pubblicato il: 03/10/2019 – 22:25
Crotone, ricorso al Tar contro l'ampliamento della discarica di Columbra

CROTONE Annullamento previo sospensione. E’ la richiesta contenuta nel ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale della Calabria contro l’ordinanza numero 246 del 7 settembre, contingibile e urgente, con la quale il governatore della Calabria, Mario Oliverio, ha disposto l’ampliamento della discarica di Columbra per 120.000 tonnellate. Il ricorso è stato sottoscritto da Italia nostra, in persona del presidente nazionale, Maria Rita Signorini, dall’associazione Wwf provincia di Crotone, dall’associazione Protezione animali Calabria Odv, dal Forum del terzo settore, che rappresenta 64 associazioni, da un gruppo di cittadini di Cutro e da un gruppo di cittadini di Papanice, rappresentanti del Comitato per il diritto del cittadino di Papanice, che ha organizzato l’attività. Il ricorso è stato presentato contro la Regione Calabria, e nei confronti di Sovreco Spa, le Ato di Cosenza, Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria; contro il ministero dell’Ambiente e della tutela del mare e il ministro dell’Interno. Le ragioni del ricorso sono state spiegate nel corso di una conferenza stampa, tenutasi nel pomeriggio di oggi, nella sala consiliare del Comune di Crotone. I ricorrenti hanno affidato l’incarico agli avvocati Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti , che erano presenti all’iniziativa. Sono stati i due legali ad entrare nel merito del procedimento notificato agli interessati lo scorso 1 ottobre. Pitaro ha sottolineato che “il territorio della provincia di Crotone” ha subito una gravissima ingiustizia, perché da molti anni è stato utilizzato come la pattumiera della Calabria”. “L’Ato di Crotone – ha detto Pitaro – negli ultimi quattro anni, ha praticamente ospitato tutti gli scarti di lavorazione prodotti dagli impianti di trattamento rifiuti regionali pubblici e privati asserviti al pubblico”. Nonostante questa situazione, tra l’altro riconosciuta nella stessa ordinanza di Oliverio, “è stato disposto un nuovo ampliamento di Columbra, discarica privata, giustificando tale scelta sulla base di ritardi accumulati dai soggetti competenti nell’individuazione di siti pubblici e nella realizzazione delle relative discariche”. La Regione e le Ato non hanno individuato i siti per la costruzione dei nuovi impianti di smaltimento e, in alcuni casi, non sono stati nemmeno nominati i professionisti per predisporre la progettazione. Di fronte all’inerzia delle Ato e dei Comuni “il presidente della Regione avrebbe potuto e dovuto attivare i poteri sostitutivi normativamente previsti”. Così non è stato perché si è sempre preferito puntare sull’ampliamento di Columbra. In questa situazione anche quanto, nel giugno del 2020, scadrà l’ultima ordinanza emanata da Oliverio, il futuro presidente sarà costretto a emanare un nuovo provvedimento di ampliamento di Columbra. Nella realizzazione dell’impianto di Columbra, poi, non si è tenuto conto del fatto che la discarica dista circa un chilometro dal centro abitato di Papanice, ancor meno da Crotone e due chilometri da Cutro. Secondo Pitaro l’ordinanza emanata da Oliverio “è illegittima per difetto dei presupposti per la sua adozione”. Sempre secondo Pitaro, vi sarebbe stato un abuso dello strumento dell’ordinanza contingibile e urgente in quanto ha carattere residuale e atipico e deve rappresentare l’estrema ratio attraverso la quale trovare rimedio mediante altri mezzi”. Nell’emanazione dell’ordinanza, poi, il presidente Oliverio non ha tenuto conto delle prescrizioni volute dalla Struttura tecnica regionale ambientale (Stv) in occasione dell’ampliamento di 2.210.000 metri cubi. Nel 2014 la Sovreco aveva chiesto un ampliamento di 2.600.000 metri cubi. La Stv ha espresso parere contrario, perché quell’ampliamento avrebbe aumentato l’altezza della discarica, portandolo sino a 167 metri. Un’altezza che non era compatibile “dal punto di vista ambientale, perché creava un salto tra una parte della discarica appena esaurita e quella che si andava ad implementare”. Bisognava evitare, secondo i 15 componenti della Stv che “le acque superficiali delle aree circostanti alla discarica non defluissero naturalmente sull’area di discarica”. In sostanza si esprimeva un parere tecnico per garantire la sicurezza della stessa discarica. Nell’ordinanza del 7 settembre scorso Oliverio non ha tenuto conto di queste prescrizioni, peraltro espresse da un organismo regionale, ed ha autorizzato un ampliamento in altezza che dovrebbe superare il limite posto dalla struttura tecnica regionale di 156 metri massimo. L’avvocato Liperoti ha messo a fuoco il ragionamento “sull’eccesso di mortalità per tutte le cause e per tutti i tumori, con particolare riferimento ad eccesso di malattie respiratorie, nell’area Sin di Crotone”. I dati sono stati accertati da uno studio dell’Istituto superiore di sanità, denominato “Sentieri 5”. Sono intervenuti il presidente del Comitato per il diritto del cittadino di Papanice, Pantaleone Paglia, il presidente del terzo settore, Pino De Lucia, Michele Salerno, in rappresentanza di Cutro, e Sandro Tricoli, del comitato “Crotone Pulita”. Hanno portato i saluti il segretario della Cgil Area vasta, Raffaele Mammoliti, che ha dato la disponibilità del suo sindacato a schierarsi in questa battaglia, il sindaco i Petilia Policastro, Amedeo Nicolazzi, che ha invitato i suoi colleghi di Crotone e Cutro a emanare un’ordinanza di chiusura di Columbra, e il vice presidente della Camera di Commercio di Crotone, Gino Albo, che ha denunciato la strategia della Regione di volere puntare su Crotone e la sua provincia ogni volta che c’è da fare scelte per realizzare discariche. Nella sala erano presenti diversi consiglieri comunali di Crotone e la presidente della “Dante Alighieri”. Antonella Cosentino, che ha aderito al comitato “Crotone città pulita”.

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