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«A Verbicaro un laboratorio d’analisi all’avanguardia svanito nel nulla»

Federconsumatori denuncia una sospetta truffa ai danni dei fondi pubblici. Inaugurato a maggio del 2018 non è entrato mai in funzione. Iannello: «Indaghi la Procura»

Pubblicato il: 24/10/2019 – 13:20
«A Verbicaro un laboratorio d’analisi all’avanguardia svanito nel nulla»

VERBICARO Un laboratorio d’analisi all’avanguardia “mondiale” inaugurato a maggio del 2018 nella sede di Verbicaro di Calabria verde ma mai entrato in funzione. A denunciare la vicenda Federconsumatori Calabria. «Presentato con enfasi – scrivono in una nota i responsabili della Federazione dei consumatori – quale laboratorio di frontiera “mondiale” nell’adozione del Protocollo Nhaccp (Nutrient & hazard analysis of critical control point), ovvero, il sistema di analisi che, assieme alle caratteristiche igienico-sanitarie, avrebbe dovuto testare anche quelle nutrizionali dei prodotti dell’agricoli, di fatto non ha mai svolto alcuna analisi. Eppure, se in funzione, avrebbe concretizzato un apprezzabile obiettivo di valorizzazione del territorio e dell’intera regione ricca di prodotti della tradizione e dell’innovazione agricola previa l’attestazione delle loro caratteristiche nutrizionali nonché, del rispetto della normativa in materia di sicurezza e di salute per i consumatori». «Insomma, avrebbe potuto essere fattore di vantaggio – aggiungono – per una più ampia e qualitativa commercializzazione dei prodotti della terra e correggere eventuali modelli di produzione dannosi per i consumatori, l’ambiente ed i lavori occupati nel settore».
«Peccato – denunciano – che il laboratorio, gestito da una Fondazione con dentro una pluralità di soggetti fra cui l’Università di Tor Vergata e che avrebbe dovuto accompagnare verso una salubre alimentazione definita dagli stessi 4.0, concepito nel 2012 all’interno della progettazione del Pit dell’Alto Tirreno Cosentino e accompagnato alla nascita dal Comune capofila con un bando successivo al primo andato deserto, risulterebbe non operativo e spoglio del materiale di laboratorio già dal 2018 beffando così anche le professionalità che avrebbe dovuto impegnare nelle attività precipue».
Nonostante che Aniello Di Vuolo, presidente della Fondazione Its Bact (Fondazione con modello di gestione pubblico-privato) con sede legale ed operativa a Napoli, aggiudicataria del bando Pit, con una molteplicità di soggetti aderenti fra soci e partner e proponente la sperimentazione di tecnologie innovative in diversi settori, aveva annunciato – nel corso dell’inaugurazione del laboratorio – «l’obiettivo di mappare ben 100 prodotti nell’arco di circa dieci anni».
«La stessa Fondazione Its Bact – ricordano da Federconsumatori – presentava il laboratorio come: “una vera innovazione per il sistema di tracciabilità molecolare, le analisi ambientali, la genotipizzazione per la certificazione genetica e per l’analisi chimico-fisica dei prodotti alimentari. … una base essenziale per la promozione di un prodotto nazionale sicuro e la tutela del consumatore…. attraverso la gestione della qualità nutrizionale dell’alimento”».
«Non è tollerabile che nel presunto interesse dei consumatori – attacca Mimma Iannello, presidente di Federconsumatori Calabria – si consumino vicende così poco trasparenti. Gli obiettivi posti a base del Progetto gestito dalla Fondazione Its Bact, dall’evidenza dei fatti, risulterebbero falliti visto che del laboratorio fisico-chimico si sono perse le tracce nonostante abbia impegnato quasi 1 milione di euro gabbando, oltre che gli interessi e le aspettative collettive, anche i propositi delle amministrazioni locali».
«All’imminente scadenza del ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020 – aggiunge – ed all’inizio della nuova, ci si chiede ancora chi e come vigila sui progetti posti a finanziamento della spesa comunitaria e come può accadere che nessuno chieda conto del perché un Laboratorio, posto all’interno di un Ente pubblico, possa sparire senza lasciare traccia».
«In questa direzione come Federconsumatori Calabria e Cgil del Comprensorio Pollino Sibari Tirreno che ne condivide la denuncia – conclude Iannello – chiediamo ed auspichiamo che le autorità di competenza facciano chiarezza sulle opacità che accompagnano questa vicenda e verifichino l’eventuale configurazione del reato di truffa ai danni della spesa pubblica».

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