COSENZA «E come in ogni saga che si rispetti, dopo il primo appello “agli aspiranti governatori per una Calabria più consapevole” diffuso nei giorni scorsi, è la volta del secondo appello che questa volta mira a raggiungere “chi deve individuare gli aspiranti governatori per una Calabria più consapevole”». Così il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio che cerca di ricostruire i vari episodi che paiono aver condotto alla situazione odierna.
«Non siamo nel periodo estivo, quando i cosiddetti tormentoni musicali dominano le nostre ore vacanziere. Eppure, a guardar bene, l’assillo ce lo abbiamo, eccome – sottolinea -. Chi saranno i candidati alla presidenza della Regione Calabria? È questo il mantra che oramai domina il palcoscenico della social-politica da mesi».
Secondo il presidente di Demoskopika che cerca poi di fare il punto guardando alla travagliata situazione dei diversi schieramenti partendo da «ciò che è rimasto» del centrosinistra: «Il suo massimo azionista, il Partito Democratico, sembra ormai convinto nell’abbracciare anche in Calabria, nonostante l’infausto epilogo elettorale in salsa umbra, l’attuale alleanza di governo, sostenendo, costi quel che costi, un candidato di ispirazione grillina. Una scelta – afferma – portata avanti con più persuasione dello stesso Movimento 5 stelle poiché “condizionata” dal rischio di poter ricadere, in caso di un inconcludente giro di boa, nella morsa contaminante del governatore uscente, Mario Oliverio che in molti danno per “fuori dai giochi” ma che, da oltre 400 giorni, sta battendo in lungo e in largo la terra di Calabria per riottenere la fiducia dei cittadini-elettori. E chissà se questa volta, nonostante l’idillio a rendimenti decrescenti con i calabresi, il fato oltre ai ritardi accumulati dai suoi potenziali concorrenti, gli saranno propizi».
Sul fronte 5 stelle invece «c’è poco da aggiungere». Secondo Rio il Movimento si trova di fronte a tre possibili vie: «Correre in solitudine ma con una candidato “duro e puro” (vedi Nesci o Morra), chiedere il voto ai calabresi insieme all’establishment del Partito Democratico (vedi Graziano e Oddati) o, infine, rinunciare completamente a proporre liste e programmi (vedi non fare alcunché)».
Ultima riflessione riguarda il centrodestra dove la «partita è ancora tutta aperta» e dove viene «presagito» un effetto “last minute”: «Magari già entro la settimana in corso, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia troveranno la “quadra” su un nome che, tanto per capirci, in un sol boccone, cancellerà diatribe, concilierà equilibri e riaccenderà gli entusiasmi della base sociale. Insomma, una cosa del tipo: “Donne e uomini di destra di tutto il globo calabrese, unitevi”».
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