di Gaetano Megna
CROTONE Scendono dall’Aventino i dirigenti del Partito democratico di Crotone che, dal 20 luglio scorso, hanno deciso di non partecipare più alle riunioni. La via scelta per annunciare il ritorno in campo è quella di un documento sottoscritto da 23 dirigenti, prima firmataria Manuela Asteriti, presidente dimissionaria dell’assemblea cittadina. Tra i firmatari del documento ci sono sei sindaci (Antonio Barberio, Scandale, Tommaso Blandino, Rocca di Neto, Marianna Caligiuri, Caccuri, Francesco Durante, Castelsilano, Lucio Giordano, Santa Severina, e Franco Scarpelli, San Nicola dell’Alto), l’ex sindaco di Crotone Peppino Vallone, Leo Barberio della segreteria provinciale, l’ex candidata a sindaco di Crotone Rosanna Barbieri, e Sergio Contarino membro dell’assemblea nazionale. Era stata chiesta anche la firma al sindaco di Mesoraca, a quello di Cotronei e al segretario del circolo di Cutro, che non hanno dato l’assenso. A Cotronei non hanno firmato perché la sezione sta già lavorando alla stesura di un proprio documento. I 23 firmatari del documento, lo scorso 20 luglio avevano deciso di non prendere più parte alle attività del partito in seguito alla decisione del commissario regionale Stefano Graziano di ritirare il commissariamento del circolo cittadino di Crotone, deciso dallo stesso commissario qualche giorno prima. Si erano, quindi, ritirati sull’Aventino mentre l’altra parte del Pd, quella che si riconosce nella leadership del governatore Mario Oliverio ha continuato nell’attività. Gli aventiniani, come ribadiscono nella nota diffusa oggi, avrebbero voluto che i consiglieri comunali eletti a Crotone svolgessero il ruolo di opposizione assegnato loro dagli elettori, con il voto amministrativo. Su questa scelta il Pd si è diviso: da una parte gli aventiniani, che dicono di chiedere coerenza di comportamenti con il risultato delle urne e dall’altra una parte del gruppo dirigente a cui fanno riferimento tre consiglieri comunali, che hanno, invece, deciso di percorrere la strada della “opposizione responsabile” (espressione usata nel documento di oggi). Gli aventiani contestano il fatto che non solo c’è stato l’appoggio in consiglio comunale ad una maggioranza che non aveva più i numeri per andare avanti, ma addirittura “partecipando attivamente anche a riunioni politiche e organizzative” convocate dal reuccio di via Firenze “Enzo Sculco. Sculco non viene citato nel documento, ma è evidente che si fa riferimento a lui e all’alleanza che ha stretto con una parte del Pd. Una alleanza, quindi, non gradita a quella parte del partito, che non è sulle posizioni di Oliverio. A Crotone c’è la consapevolezza che il rapporto tra la parte del Pd che si riconosce in Oliverio e l’area politica di Sculco c’è stata e continua ad esserci. Non solo tre consiglieri comunali, ma anche una grossa fetta di dirigenti Pd continua a partecipare alle riunioni convocate da Sculco, l’ultima delle quali si è tenuta tre giorni fa nel salone di una azienda in località Passovecchio. Gli aventiniani parlano di “tracollo amministrativo del Comune”, che “conclama il fallimento di un modello politico uscito vittorioso alle ultime amministrative e che si è caratterizzato prevalentemente per una politica clientelare alla quale il Partito democratico sarebbe dovuto restare completamente estraneo”. Il documento si conclude con un appello “al Pd nazionale di affrontare con impegno e celerità la questione delle prossime elezioni regionali”. La questione da risolvere, per fare chiarezza all’interno del Pd, quindi, è quella di fare subito la scelta del candidato a presidente alla Regione. Sino a quando non sarà definito il nome del candidato, infatti, in tutte le federazioni dem della Calabria, non ci potrà essere chiarezza su chi resta e chi va via, scegliendo magari di seguire Oliverio nella sua avventura elettorale fuori e contro il Pd. Dopo la scelta del candidato qualche federazione potrebbe essere commissariata. Intanto a Crotone si contano i giorni che restano per lo scioglimento del consiglio comunale, dopo le dimissioni del sindaco Ugo Pugliese che, tra l’altro, ha preso le distanze “dai cattivi consiglieri”. Lo scioglimento sarà decretato il prossimo 4 dicembre con la nomina di un commissario prefettizio, a meno che Pugliese prima di questa data non decida di ritirare le dimissioni. C’è qualcuno che a Crotone ipotizza anche questo scenario del ritiro. L’ipotesi, però, non viene suffragato da nessuna posizione ufficiale o ufficiosa. Da quando si è dimesso Pugliese si sta godendo la famiglia e non dà segni di volerci ripensare, fermo restando che in politica tutto è possibile. Nei giorni scorsi si è dimessa la consigliera comunale Anna Maria Oppido per dare un segnale politico di rottura con “certe logiche”. Il Consiglio comunale sta per essere sciolto e si convocano ancora le riunioni delle commissioni consiliari. Una riunione è stata fissata per domani. (redazione@corrierecal.it)
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