COSENZA È in corso a Cosenza l’interrogatorio di garanzia di Paola Galeone, prefetto della città, arrestata nei giorni scorsi e posta ai domiciliari nella sua residenza, a Taranto, con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, nell’ambito di una vicenda che vede coinvolta anche un’imprenditrice cosentina. Il prefetto è stato denunciato per aver proposto, secondo l’accusa, di spartire una somma rimasta nelle sue disponibilità e che altrimenti sarebbe stata restituita al ministero dell’Interno. Paola Galeone, interrogata dal Gip Letizia Benigno, è difesa dagli avvocati Nicola Carratelli e Franco Sammarco. L’indagata è giunta in auto in tarda mattinata davanti al palazzo di giustizia con i due legali.
LA VICENDA La vicenda è nota: l’ex prefetto – ora sospeso dall’incarico del ministero dell’Interno – avrebbe pretesto ed ottenuto l’emissione di una fattura da 1.200 e una “mazzetta” da 700 euro da Cinzia Falcone, imprenditrice e presidente dell’associazione Animed. Una somma che rappresenterebbe la quota della “spartizione” orchestrata dalla stesa Galeone per dividersi quella parte del fondo di rappresentanza residuato dalle risorse messe a disposizione dalla Prefettura per rimborsare le spese sostenute dal prefetto nelle occasioni istituzionali. Un accordo “saltato”, ricordiamo, dopo che la stessa imprenditrice ha raccontato tutto agli inquirenti che hanno fatto scattare l’operazione che ha portato appunto all’arresto dell’ex prefetto (qui la ricostruzione). Davanti al gip, dunque, i legali della Galeone punteranno a scardinare le accuse o quantomeno a dimostrare la non sussistenza del regime degli arresti domiciliari per la loro assistita. (rds)
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