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Usb Vigili del Fuoco: «Bonaventura era uno stupefacente esempio di vita attiva»

«Per il bene che gli abbiamo portato, ciao Bonaventura il nostro cuore è grato per te. Ora la nostra battaglia continua perché non vengano pagati altri “tributi umani”»

Pubblicato il: 14/04/2020 – 10:14
Usb Vigili del Fuoco: «Bonaventura era uno stupefacente esempio di vita attiva»

CATANZARO «Il 13 aprile 2020 è un giorno memorabile, carico di significato, da dimenticare, per l’ ondata di disperazione che ha attraversato tutto il corpo nazionale dei vigili del fuoco, per la perdita di Bonaventura,  strappato all’affetto dei suoi famigliari ed al nostro, colleghi da tanti anni, volato via dopo il ricovero del 16 marzo. Un collega sindacalista di tutto rispetto, con posizioni diverse, ma umanamene un collega cui non desinava il confronto, “figlio d’arte”,  la sua passione per il conoscere, per dedicarsi alla crescita del corpo nazionale a livello nazionale,  gli ha fatto conquistare via via pezzi di mondo, un collega che si era costruito la sua, “cassetta degli attrezzi”  sempre più nutrita di argomenti per mettere in luce le difficoltà del mondo del lavoro». Questo quanto scrive in un comunicato, l’Unione Sindacale di Base in merito alla morte avvenuta ieri del collega Bonaventura Ferri a causa del coronavirus. «Ha sempre guardato con una originalità a volte spiazzante – scrivono ancora – derivata da un punto di vista a sua volta molto orientato sindacalmente: come diversamente non avrebbe potuto farsi,  per un uomo che ha puntato sul linguaggio, rendendo questo requisito assoluto permeabile ai più della sua generazione: in tempi di grandi cambiamenti che hanno attraversato il corpo nazionale dei vigili del fuoco ed il mondo del lavoro». «Se è vero, e lo è, che i confini del nostro linguaggio determinano i confini del nostro mondo, raramente si è visto un fare sindacato così appassionato nei confronti di territori come lo faceva Bonaventura;  osservarlo nella sua parabola conoscitiva è stato uno stupefacente esempio di vita attiva, da serbare nelle nostre coscienze,  prima ancora che nei nostri ricordi. Era dotato, fra l’altro di un sentimento della gratitudine per nulla ovvio, per nulla diffuso, che si traduceva in lui nella generosità della sua condivisione dei passaggi più difficili tra amici e colleghi, verso i quali coltivava una, a volte commossa, intensa partecipazione. Aveva una intelletto complesso, Bonaventura, uno di quelli che ti espone al groviglio del mondo, da dentro e mai da spettatore. Operaio del pensiero, non conosceva fatica quando si trattava letteralmente di adoperarsi, sui tavoli di trattativa e nelle sede politiche per sostenere le sue idee». «Aveva un attaccamento appassionato – scrivono ancora –  che non è mutato di una virgola al sopraggiungere della malattia, giorni prima di accusare “affaticamenti” era impegnato nella Calabria nelle attività di soccorso, tanto da far pensare, osservandolo, a quei rapporti tra uomini incrollabili che sanno trovare nutrimento nonostante il tempo si avverta sfuggente.  Bonaventura  non si è mai risparmiato ha sempre preferito la presenza alla apatia  che spesso ci accompagna  nella vita. È stato un amico su cui contare, insostituibile come chi non teme di esserci e sceglie di restare anche quando le cose si fanno difficili. Lui rispondeva sempre offrendo il petto, sapeva quando essere di poche parole, con una calma proverbiale. Sapeva quel che faceva. Era uno di quei sindacalisti militante. E aveva un’altra qualità rara: era buono. Ha sostenuto generazioni di colleghi dei vigili del fuoco nella sua attività dentro il sindacato, sollecitando spesso dibattiti generosi. Perché amava il confronto, la parola dell’altro e dell’altra». «Le cose scambiate in questi anni di attività sindacale – si legge ancora – rimangono e non si possono invece raccontare. Si tengono tra le cose più care, giorno per giorno. Insieme ai suoi occhi grandi, che si illuminavano di ardore per ciò che gli andava bene oppure no, nelle divergenze sindacali; il modo suo che aveva di stare accanto alle cose anche piccole è forse la perdita incolmabile. Ma ce la teniamo stretta, anche questa ultima cosa». «Per il bene che gli abbiamo portato – concludono – ciao Bonaventura il nostro  cuore è grato per te. Ora la nostra battaglia continua perché non vengano pagati altri “tributi umani” nel paese e nel Corpo Nazionale Dei Vigili Del Fuoco.»

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